Costruzioni, tra mismatch e professioni digitali

Un settore chiave per l'economia italiana che fatica a inserire personale per sostenere la crescita ma vuole e deve continuare a innovare: i dati del rapporto “Costruire l'edilizia del futuro” di Randstad Research

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rapporto “Costruire l'edilizia del futuro” di Randstad Research sul settore italiano delle costruzioni

Il mondo delle costruzioni vale il 5-6% del Pil e dà lavoro a oltre 1,7 milioni di persone, circa il 6,6% del totale dell’occupazione.

Un settore in forte crescita che, tra sostituzione di lavoratori in uscita e nuovi fabbisogni, richiederà circa 210mila nuove persone entro 5 anni. Ma che ha grandi difficoltà ad assumere. Infatti, più di metà dei profili richiesti non si trova per mancanza di candidati o di competenze rispetto alle posizioni aperte. I 5 profili più richiesti, per numero di ricerche, sono: conduttori di mezzi pesanti e camion, muratori, elettricisti, tecnici di vendita e meccanici. Tuttavia, gli “introvabili” sono soprattutto saldatori, ingegneri elettronici e delle telecomunicazioni, intonacatori, tecnici del risparmio energetico e specialisti elettronici.

Di fronte all’avanzare delle tecnologie digitali, si affacciano dunque decine di nuove professioni ritenute cruciali nell’edilizia del futuro. Si va dal dronista allo sviluppatore di realtà virtuale, dallo specialista di ingegneria predittiva al programmatore di robot. Lo rivela il report “Costruire l’edilizia del futuro” di Randstad Research.

Il valore delle costruzioni in Italia

La spesa per le costruzioni rappresenta circa metà degli investimenti fissi lordi nel nostro Paese. 220 milioni di euro su 427 milioni complessivi secondo i dati Istat, in particolare nell’ambito residenziale. Il settore è fortemente correlato agli altri comparti industriali. Includendo le attività collegate, rappresenta indirettamente il 20% del Pil, con una filiera che coinvolge quasi il 90% dei settori.

Caratteristica chiave, la ciclicità. Nella seconda metà degli anni 90 ha infatti sfiorato 2 milioni di occupati, per poi subire una forte contrazione con la crisi finanziaria, seguita da una rapida espansione dal 2019. A fine 2022, l’occupazione delle costruzioni era superiore del 15% rispetto alla media del biennio 2018-19 e il valore aggiunto superiore del 26%. Una crescita attribuibile ai forti incentivi fiscali, ma anche al PNRR, di cui avrà la quota più consistente di fondi, circa 62 miliardi di euro nel triennio 2023-2026, con un’occupazione indotta stimabile in 95 mila unità.

Occupazione e competenze

Di 1,7 milioni occupati delle costruzioni, il 59% è impiegato nei lavori di costruzione specializzati, il 35% nella costruzione di edifici, il rimanente 6% nelle grandi opere. La quota di lavoratori indipendenti (circa un terzo) è molto alta, come anche quella stimata di irregolari (15%). Il 92% degli occupati è uomo. Solo negli ultimi anni sono stati accolti, in misura minima, giovani, ma la popolazione over 50 è in costante crescita.

Dall’incrocio di 124 professioni dell’edilizia con il repertorio delle competenze ESCO emergono quelle attualmente più richieste. Le conoscenze riguardano soprattutto meccanica, elettricità, principi e processi di ingegneria, standard di qualità, disegni tecnici, matematica, elettronica, software CAD.

Le abilità più richieste, invece, sono:

  • curare l’avanzamento del lavoro,
  • lavorare in maniera ergonomica,
  • risolvere problemi,
  • rispettare le procedure di salute e sicurezza,
  • utilizzare le attrezzature di sicurezza,
  • ispezionare i materiali,
  • avere conoscenze informatiche,
  • saper lavorare in una squadra edile,
  • eseguire un giro di prova,
  • indossare dispositivi di protezione adatti.

Tra le competenze trasversali più cercate: reagire a imprevisti, rispettare le scadenze, dare informazioni sulle riparazioni, monitorare gli standard di qualità, assistere i clienti, definire i criteri di qualità, essere autonomo, assicurare la conformità, essere flessibile.

Quali opportunità dal Pnrr

Analizzando le figure professionali edili indicate come fabbisogno nei bandi del Pnrr, i più ricercati (il 62% del totale) sono gli operai, soprattutto generici. Ma anche per lavori di ristrutturazione, per lavori di adeguamento sismico e ricostruzione edilizia, per impermeabilizzazione, per costruzione o riqualificazione stradale o edilizia.

Al secondo posto troviamo i tecnici (13%), per lavori di costruzione o riqualificazione edilizia o stradale e per adeguamento sismico o ricostruzione. Al terzo gli ingegneri (4%): civili, edili e strutturali, per l’efficientamento energetico, per l’architettura dei giardini. E ancora architetti, addetti al verde e all’arredo urbano, manodopera qualificata generica, progettisti generici, addetti alla manutenzione stradale, idraulici, addetti alla costruzione di impianti di depurazione o trattamento delle acque residue e reflue, addetti a lavori di riparazione e ripristino.

Costruzioni, tra innovazione e lavori del futuro

Molte innovazioni tecnologiche possono impattare sulla produttività e creare nuove professioni. Il rapporto evidenzia in particolare robot da demolizione e robot da muratura, saldatura automatizzata, droni, esoscheletri, realtà aumentata, stampa 3D e utilizzo di nuovi materiali sostenibili. Nell’edilizia del futuro saranno dunque richiesti nuovi profili, per accompagnare questa innovazione.

Nel breve termine: ingegneri meccatronici, ingegneri Tbm, specialisti della riqualificazione urbana, specialisti del recupero del patrimonio immobiliare, bioarchitetti, consulenti edili e pianificatori della continuità aziendale, impiantisti per la domotica, coordinatori della progettazione del processo edile, coordinatori dell’esecuzione del processo edile, consulenti Leed, assemblatori di squadra, lancisti ed erettoristi, addetti alla logistica inversa per il recupero dei materiali, esperti per l’utilizzo di cemento liquido.

Negli anni a venire serviranno anche specialisti di edge computing per smart building, specialisti di ingegneria predittiva, addetti alla programmazione di macchine robotiche, chief sustainability officer, pianificatori urbani, digital twin modelist, addetti allo sviluppo di edifici cognitivi, referenti della conformità, addetti alla prevenzione delle perdite, specialisti Epbd, tecnici della scansione 3d, impiantisti Iot, sviluppatori vr/ar, specialisti di sensoristica, consulenti per la razionalizzazione dei processi, consulenti di archeologia industriale, rappresentanti di pannelli solari, operatori di fabbriche portatili, operatori Tbm, addetti a macchine demolitrici telecomandate, dronisti per la mappatura dei cantieri, tecnici di turbine eoliche, manutentori per il settore energy.

Il settore deve creare sinergie tra imprese per superare la frammentazione, proseguire nei passi avanti su trasparenza e regolamentazione del lavoro e migliorare l’attrattività”, commenta Emilio Colombo, coordinatore del Comitato scientifico di Randstad Research. “È necessario evidenziare le buone pratiche, ma anche il ruolo dell’esperienza sul campo. Inoltre, serve integrare i tanti lavoratori stranieri, evitando di dissipare competenze a causa di alto turnover, mantenendo alti standard salariali e di qualità del lavoro”.


Leggi il rapporto completo di Randstad Research.

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