di Tiziano Menduto |
L’Organizzazione mondiale della sanità ha stimato, per il periodo 2030-2050, un eccesso di 250.000 decessi all’anno a causa dell’impatto dei cambiamenti climatici.
E diversi studi hanno mostrato come l’aumento dell’intensità e della frequenza delle ondate di calore, e degli eventi climatici estremi, possa avere rilevanti effetti sulla salute. Le organizzazioni internazionali e nazionali concordano, ormai, nel considerare la radiazione solare un rischio di natura professionale per tutti i lavoratori che operano all’aperto da valutare e prevenire alla stregua di tutti gli altri rischi (chimici, fisici, biologici) presenti nell’ambiente di lavoro.
Come, tra l’altro, richiesto dallo stesso articolo 28 del D.Lgs. 81/2008 che prevede la valutazione di tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori. Quando il processo lavorativo o la mansione comportano una significativa esposizione del lavoratore alla radiazione solare, il datore di lavoro deve, dunque, effettuare una valutazione dei rischi specifica e procedere alla messa in atto di adeguate misure di prevenzione e protezione.
I lavoratori a rischio esposizione solare
Il cambiamento climatico rappresenta ormai una minaccia per tutti quei contesti lavorativi che prevedono anche lo svolgimento di lavorazioni in ambienti all’aperto (lavoratori outdoor), con una costante esposizione non solo alle temperature più elevate, ma anche ai raggi ultravioletti, e con possibili conseguenze dirette sul benessere psicofisico dei lavoratori.
Ricordiamo alcuni degli ambiti lavorativi che possono risultare più a rischio:
- lavorazioni agricolo/forestali;
- edilizia e cantieristica stradale/ferroviaria/navale;
- floricoltura e giardinaggio;
- lavorazioni in cave e miniere a cielo aperto;
- pesca e lavori a bordo di imbarcazioni, ormeggiatori, attività portuali.
Il progetto di ricerca Worklimate
In Italia, in questi anni, il progetto di ricerca Worklimate ha sviluppato analisi epidemiologiche per valutare l’impatto delle condizioni termiche estreme (caldo e freddo) sull’incidenza degli infortuni nel mondo del lavoro in diversi ambiti occupazionali. E sono state condotte varie ricerche, proposti casi studio con monitoraggi meteo-climatici e comportamentali e sviluppato diverso materiale informativo sulle patologie da calore, sui fattori che contribuiscono alla loro insorgenza.
Inoltre, sulle condizioni croniche che aumentano la suscettibilità al caldo e sulle raccomandazioni da seguire per un’efficace pianificazione degli interventi aziendali in materia di prevenzione del rischio microclima. Da adottare nell’ambito della specifica organizzazione del sistema di prevenzione aziendale.
Le patologie calore correlate
Il progetto ricorda che, al di là delle conseguenze dell’esposizione alla componente ultravioletta delle radiazioni solari, sono diverse le possibili patologie da calore correlate alle elevate temperature ambientali e alle ondate di calore:
- Crampi da calore | Sono dolori muscolari causati dalla perdita di sali e liquidi corporei durante la sudorazione.
- Dermatite da sudore | È il problema più comune negli ambienti di lavoro caldi, causato dalla macerazione cutanea indotta dalla eccessiva presenza di sudore, e si presenta sotto forma di piccoli brufoli o vescicole. L’eruzione cutanea può comparire sul collo, sulla parte superiore del torace, sull’inguine, sotto il seno e sulle pieghe del gomito.
- Squilibri idrominerali | Conseguenti a profuse perdite idriche, in genere dovute a sudorazione e a iperventilazione, in assenza di adeguato reintegro di acqua. Successivamente si instaura un deficit sodico dovuto a inadeguato ripristino del sodio perso con il sudore.
- Sincope dovuta a calore | Consegue a un’eccessiva vasodilatazione, con stasi venosa periferica, ipotensione e insufficiente flusso sanguigno cerebrale, e si manifesta con una perdita di coscienza preceduta da pallore, stordimento e vertigini. Può esserci ipertermia fino a 39°C, ma senza abolizione della sudorazione né agitazione motoria.
- Esaurimento o stress da calore | È caratterizzato da un esaurimento della capacità di adattamento (del cuore e del sistema termoregolatorio), specie in soggetti non acclimatati sottoposti a sforzi fisici intensi.
- Colpo di calore | Si verifica se lo stress da calore non è trattato tempestivamente, quando il centro di termoregolazione dell’organismo è gravemente compromesso dall’esposizione al caldo e la temperatura corporea sale a livelli critici (superiori a 40°C). Si tratta di un’emergenza medica che può provocare danni agli organi interni e nei casi più gravi la morte.
Articolo realizzato in collaborazione con PuntoSicuro, dal 1999 il primo quotidiano on-line sulla sicurezza.