Sono stati 883 i progetti di formazione approvati e finanziati da FondItalia nel 2023 in risposta all’Avviso FEMI 2023.01, articolato in 6 Sportelli aperti nell’arco di 12 mesi.
Oltre 20,3 milioni di euro (di cui circa 4,7 milioni in cofinanziamento) le risorse impiegate per finanziare la formazione continua di 34.176 lavoratori impiegati in 2.757 aziende. Sono alcuni dei numeri presentati da FondItalia, Fondo interprofessionale per la formazione continua promosso da Ugl e Federterziario, alla fine dell’anno 2023.
L’Avviso, con una dotazione economica complessiva di 17,2 milioni di euro, ha consentito di finanziare progetti presentati su quattro assi formativi:
- progetti formativi aziendali, in linea con le esigenze espresse da una sola impresa;
- progetti formativi interaziendali rivolti ad un gruppo di imprese, aggregate secondo una logica di rete;
- progetti formativi individuali finanziabili mediante voucher, ossia percorsi a scelta individuale di alta formazione o specialistica, erogata da specifici enti in linea con le esigenze di una o più imprese;
- asse FNC per i progetti formativi che hanno inteso avvalersi del Fondo Nuove Competenze.
Le imprese beneficiarie
Secondo il report annuale del Fondo, sono soprattutto le micro (51%) e le piccole imprese (38%) a giovare della formazione finanziata. A seguire, medie imprese (9%) e grandi imprese (2%). La Lombardia resta la regione con il maggior coinvolgimento, con 865 imprese beneficiarie della formazione finanziata da FondItalia (37% del totale). Seguita da Puglia (18%), Emilia-Romagna (7%), Sicilia (6%) e Toscana (5%). In contrasto, alcune regioni hanno dimostrato una partecipazione limitata: Molise (1 impresa), Valle d’Aosta e Trentino-Alto Adige (3), Friuli-Venezia Giulia (11) e Umbria (15).
Per quanto riguarda i settori di appartenenza delle imprese beneficiarie, i numeri mostrano una certa eterogeneità. Nel Manifatturiero sono state 725 (6.217 i lavoratori coinvolti in progetti di formazione) e nel Commercio 637 (5.510 lavoratori). Nelle Costruzioni 326 (3.180 lavoratori), nell’Ospitalità-Ristorazione 175 (1.455 lavoratori) e nei Servizi di supporto alle imprese 134 (4.098 lavoratori).
Destinatari, temi e modelli formativi dell’Avviso FEMI
I lavoratori coinvolti sono stati 34.176. Di questi 5.585 lavorano in microimprese, 11.381 lavorano in piccole imprese, 10.389 lavorano in medie imprese, 6.821 in grandi imprese. Il monte ore della formazione erogata grazie all’Avviso 2023.01 è stato pari a 1.929.898. Le principali tematiche formative dei progetti finanziati hanno spaziato tra:
- Informatica (37.08 ore);
- Salvaguardia ambientale (14.522 ore);
- Salute e sicurezza nei luoghi di Lavoro (13.811 ore);
- Gestione aziendale (11.938 ore);
- Sviluppo delle abilità personali (10.064 ore);
- Vendita e marketing (3.721 ore).
La formazione a distanza è il modello prevalente: con 56.677 ore ha superato la formazione in aula (49.171 ore).
Lo scenario del Rapporto Inapp
A metà dicembre il Rapporto Inapp 2023 ha evidenziato bassi livelli di partecipazione degli individui agli interventi formativi. La popolazione adulta di età compresa tra 25 e 64 anni che ha partecipato ad attività di istruzione e formazione è stata infatti nel 2022 pari al 9,6%. È una quota che denota comunque un avanzamento consistente rispetto al 2020 (+2,4%), ma che allontana l’Italia dall’Europa. Nel confronto con il corrispondente valore medio europeo (11,9%), il nostro Paese perde terreno (-2,3%) rispetto all’avanzamento registrato l’anno precedente.
Numeri migliorati rispetto al 2022
I numeri di FondItalia vanno però in controtendenza. “Il confronto con il 2022 è stato decisamente positivo”, commenta il direttore di FondItalia, Egidio Sangue. “I lavoratori formati sono passati dai quasi 30mila del 2022 agli oltre 34mila del 2023. Le ore di formazione erogata sono state quasi 2 milioni a fronte delle 750mila dell’anno precedente e soprattutto i progetti di formazione approvati sono passati dai 768 del 2022 a 883. Numeri molto positivi che ci auguriamo di poter confermare ed incrementare nel corso del 2023. Ci troviamo di fronte a grandi e repentine mutazioni dei mercati e dei loro contesti, che devono essere affrontate con la giusta competenza e professionalità”.
Proprio il mismatch tra le competenze richieste e quelle disponibili è stato uno dei leit motiv del 2023. Secondo il bollettino annuale 2023 del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal a novembre 2023, il mismatch vale per il 45,1% delle assunzioni. Con una quota che raggiunge addirittura il 60,3% per gli operai specializzati, con un deficit di circa 2,5 milioni di figure professionali ricercate dalle imprese. Questo deficit si traduce in oltre 1,6 milioni di ricerche critiche senza candidati e 685mila posizioni non coperte a causa di una preparazione non adeguata.
Gli operai specializzati sono il gruppo più colpito, con il 60,3% dei profili problematici da reperire su quasi 836mila. Tra le figure più difficili da trovare emergono ingegneri dell’informazione, professioni sanitarie infermieristiche, tecnici delle costruzioni civili, con percentuali di difficoltà di reperimento che superano l’80%.
Restare punto di riferimento per le imprese
“Il cambiamento nel quadro occupazionale, dettato dal ricambio generazionale dei lavoratori e dalle richieste di competenze specializzate, sta plasmando il mercato del lavoro in maniera significativa”, dichiara il presidente di FondItalia, Francesco Franco. “Nel 2023 il nostro Fondo si è confermato un punto di riferimento essenziale per le imprese aderenti, specialmente quelle di dimensioni minori. Un ruolo che vogliamo riconfermare anche nel 2024 per contribuire alla crescita economica e sociale dell’Italia. La cui spina dorsale imprenditoriale è costituita proprio dalle Pmi e, in particolare, dalle microimprese”.
Il nuovo Avviso FEMI di FondItalia
Anche per questa annualità FondItalia ha pubblicato l’Avviso FEMI annuale. Obiettivo del nuovo strumento per il 2024, consentire una programmazione a lungo termine delle attività formative da parte degli enti di formazione e dei rappresentanti delle reti, in contatto diretto con le imprese e capaci di intercettarne le esigenze.
Articolato in 6 sportelli e con una dotazione economica iniziale di 7 milioni di euro, con previsione di incremento nel corso dell’annualità, prevede il finanziamento di tre differenti assi formativi:
- progetti formativi aziendali, in linea con le esigenze espresse da una sola impresa;
- progetti formativi interaziendali, in linea con le esigenze formative espresse da più imprese;
- progetti formativi individuali finanziabili mediante voucher.
Tra le priorità tematiche: aggiornamento e mantenimento delle competenze, adozione di nuovi modelli di gestione aziendale (risorse umane, qualità, tecniche di produzione) e amministrazione, sviluppo delle abilità personali, introduzione di elementi di innovazione tecnologica e digitale, incremento della conoscenza del contesto lavorativo e delle competenze linguistiche, supporto all’internazionalizzazione e green economy.
Puntare sull’applicazione C+
Importante novità dell’Avviso FEMI 2024.01 è la premialità – anche economica – per tutte le imprese beneficiarie di progetto che vorranno avvalersi dell’applicazione C+. Si tratta dello strumento sviluppato, su commissione di FondItalia, in coerenza con le indicazioni del DL 13/2013 e DM del 5 gennaio 2021, che utilizza l’architettura e i descrittori dell’Atlante del Lavoro e delle Qualificazioni. Il tutto per la messa in trasparenza, l’attestazione e la validazione delle competenze in possesso del lavoratore prima e dopo la partecipazione al corso di formazione frequentato. Consentendo comparazioni esplicative anche in merito all’efficacia della formazione svolta.
Con “messa in trasparenza” si intende la ricostruzione – con l’adozione di un sistema di riconoscimento, validazione e attestazione – degli apprendimenti e delle competenze acquisiti in esito ai percorsi formativi. In modo da rappresentare con chiarezza il valore di quanto appreso, anche attraverso la raccolta e la produzione di evidenze documentali riferibili a standard professionali e di qualificazione definiti nell’ambito del Repertorio Nazionale (articolo 8 del decreto legislativo 16 gennaio 2013, n.13). Facendo riferimento o alle qualificazioni ricomprese o ai descrittivi dell’Atlante del lavoro e delle Qualificazioni, prendendo come riferimento competenze e relative attività e risultati attesi ricompresi nelle ADA componenti l’Atlante Lavoro.
L’applicazione, per cui è già stata completata la sperimentazione pilota con oltre 200 utenti, permette anche di descrivere competenze maturate mediante percorsi formativi non ricomprese nel Repertorio e nell’Atlante. Rispettando però la metodologia descrittiva di entrambi o facendo riferimento ai quadri di riferimento comunitari delle competenze.
Tra le finalità auspicate:
- riconoscere in esito alla formazione continua le competenze acquisite dai lavoratori;
- valorizzare le competenze dei lavoratori in un’ottica di migliore occupabilità e mobilità professionale;
- programmare la formazione continua per competenze;
- supportare le imprese nel cambiamento e nell’innovazione.