Quando l’infortunio viene solo sfiorato

I “near miss” possono diventare un valido aiuto per l’individuazione delle criticità e l’adozione di strategie efficaci di prevenzione e tutela di infortuni e malattie professionali

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Prevenire gli infortuni con i near miss

di Tiziano Menduto |

Per ogni infortunio grave nei luoghi di lavoro alcuni studi stimano che ci siano circa 30 incidenti meno gravi e 300 incidenti che non hanno provocato danni.

E nelle aziende sono moltissimi anche i cosiddetti “incidenti mancati”, cioè tutti gli eventi correlati al lavoro che potevano causare un infortunio o un danno alla salute, ma per un caso fortuito non lo hanno fatto. A dirlo, già all’inizio degli anni ‘30 del secolo scorso, è uno studioso (H.W. Heinrich, 1931) che ha elaborato la cosiddetta “Piramide della Sicurezza” con la quale si schematizza il rapporto quantitativo fra diversi tipi di “eventi avversi”. Dagli infortuni mortali agli eventi “near miss”, che rappresentano la base della piramide e che, benché avvengano con frequenza maggiore rispetto agli incidenti/lesioni, non vengono generalmente segnalati o evidenziati.

Piramide della sicurezza di Heinrich

Dalla situazione pericolosa all’infortunio near miss

Con near miss si intende generalmente, come indicato in un documento dell’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro e da Fincantieri, “un accadimento pericoloso che non ha determinato conseguenze quali infortuni o malattie o decessi, ma che avrebbe avuto il potenziale per farlo”.

Siamo in presenza di un near miss ogni volta che:

  • un evento o un’anomalia avrebbe potuto potenzialmente causare infortunio a persone o situazione di emergenza;
  • un danno o un infortunio è stato evitato, ma l’anomalia era comunque presente.

Secondo un altro documento Inail, un esempio di incidente “può essere la situazione di un martello in bilico su una superficie posta al di sopra dell’altezza dell’uomo. La pericolosità della situazione è data dalle caratteristiche dell’oggetto martello e dalla sua altezza (caduta dall’alto di oggetti pesanti). Se l’oggetto martello permane, senza disturbi, in modo stabile nella condizione sopra descritta, si concretizza una situazione pericolosa. Quando, invece, l’oggetto martello, per qualsiasi motivo, cade su un gruppo di lavoratori senza colpirne alcuno, l’evento è definibile come near miss. Se, infine, l’oggetto martello, per qualche motivo, cade su un gruppo di lavoratori e ne colpisce uno, provocando una ferita, l’evento è definibile come infortunio”.

L’importanza nella prevenzione

Andiamo oltre le definizioni e veniamo all’aspetto e alla funzione più rilevanti dei near miss. Questi mancati infortuni/incidenti possono avere una grande importanza dal punto di vista della prevenzione. Possono mostrare che uno specifico rischio non è stato analizzato e gestito idoneamente. Risultano essere, dunque, fonti informative importanti che consentono a un’azienda di orientare con più efficacia le azioni per il miglioramento delle condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro.

Come ricordato su PuntoSicuro da Cosimo Scarnera, direttore dello Spesal dell’Asl di Taranto, “un’analisi efficace delle cause alla base di questi eventi può aiutare le aziende/organizzazioni a ridurre il numero di incidenti minori e maggiori”. Dunque, la segnalazione e l’analisi delle cause dei near miss “sono state sviluppate e adottate nel corso degli anni in diversi settori, a partire dalle industrie a maggior rischio di incidenti (ad esempio chimico, nucleare, aereo, marittimo). Per poi diffondersi in altri settori, come quello manifatturiero, minerario e delle costruzioni”.

Sempre ai nostri microfoni, Maria Grazia Gnoni, professoressa associata di “Sicurezza e Ambiente” all’Università del Salento, ha sottolineato che i near miss sono dei veri e propri indicatori di esposizione al rischio. Come indicato in alcuni studi americani, si possono considerare come dei patogeni o dei precursori. Degli eventi sentinella che rappresentano delle non conformità rispetto a una condizione normale di funzionamento di un’azienda.

Fattori causali e cause prime

I near miss permettono, dunque, di individuare fattori causali e cause prime degli eventi. E quando si parla di fattori causali “ci si riferisce, in particolare, all’errore umano. Cioè a un errore da parte di un lavoratore esposto al rischio durante l’esecuzione della propria attività lavorativa oppure a un guasto o a un malfunzionamento di un’attrezzatura di lavoro o di un suo componente”.

Un’analisi in un’azienda dei near miss può portare all’individuazione di una serie di fattori causali quali:

  • condizioni di pericolo presenti da qualche tempo;
  • procedure, istruzioni o prassi di lavoro scorrette;
  • carenze addestrative e formative;
  • utilizzo scorretto delle attrezzature di lavoro;
  • ricerca di soluzioni che riducono la fatica fisica e mentale per l’esecuzione dell’attività;
  • mancanza di consapevolezza della sicurezza sul lavoro da parte del personale.

In definitiva, i tanti near miss che avvengono nel mondo del lavoro possono diventare, se adeguatamente segnalati e analizzati, un valido aiuto per l’individuazione delle criticità. Dunque, per l’adozione di strategie più efficaci di prevenzione e tutela di infortuni e malattie professionali.


* Articolo realizzato in collaborazione con PuntoSicuro, dal 1999 il primo quotidiano on-line sulla sicurezza.

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