Dal designer di intermodalità all’analista della sostenibilità, dal pianificatore di smart city al digital twin modelist, fino all’urbanista circolare e di quartieri per la terza età: sono alcune delle 125 professioni che nasceranno nelle città del futuro.
Le ha censite Randstad Research nel rapporto “Il lavoro del futuro nella città del futuro” , che ha analizzato le tendenze dell’evoluzione urbana spinta dai cambiamenti tecnologici, demografici e ambientali. In particolare, sul territorio italiano il 34,9% della popolazione risiede nelle città, mentre il 49,1% abita in paesi e periferie e il 16% nelle aree rurali. Tuttavia, dal periodo covid si evidenzia uno spostamento a favore delle zone periferiche a discapito di quelle rurali. La possibilità di lavorare da remoto ha portato i professionisti qualificati a spostarsi infatti fuori dal centro.
Le città del futuro in Italia
Le città del futuro avranno dunque strutture per case e uffici, diversi spostamenti tra casa e lavoro, nuove abitudini sociali e lavorative. Sperimenteranno nuovi modelli di mobilità per ridurre il traffico cittadino, provando a adattare in Italia il principio delle “città dei 15 minuti”. Gli aggregati urbani ospiteranno una quota sempre maggiore di persone anziane, sole e a limitata mobilità, che porterà meno edifici scolastici e più servizi per over 65.
“Tutti questi cambiamenti avranno impatti rilevanti sul mercato del lavoro”, spiega Emilio Colombo, coordinatore del comitato scientifico di Randstad Research. “Da un lato, le città del futuro richiederanno nuove professioni. Ad esempio, addetti al coordinamento tra servizi di trasporto pubblico e sharing, designer dell’intermodalità, gestori di servizi di community-based parking. La sostenibilità richiederà inoltre addetti all’efficientamento delle risorse, bioarchitetti, urbanisti circolari. La digitalizzazione, nuova domanda di addetti alla telegestione dell’impiantistica o di smart grid. I cambiamenti demografici richiederanno invece specialisti in telemedicina o in realtà virtuale per il benessere cognitivo, ma anche professionisti per coinvolgere i senior”.
Dall’altro lato, serviranno nuove competenze tecniche integrate in modo trasversale a professioni sempre più ibride. E anche competenze gestionali per coordinare i progettisti, dare coerenza ai lavori e gestire i cambiamenti. E saranno fondamentali le competenze comunicative a fronte di attività sempre più remotizzabili e automatizzabili.
Mobilità, connettività, demografia
Partiamo dai lavori del futuro nella mobilità. Qui, nelle città del futuro bisognerà integrare le competenze tradizionali con le pratiche direttamente collegate alla sostenibilità. Integrando competenze psicologiche e studiando i comportamenti umani le strategie per modificarli. Sarà importante comprendere, analizzare e gestire i dati per ottimizzare piani che tengano conto delle diverse possibilità di mobilità pubblica e privata. Per i profili operativi, crescerà la richiesta di competenze legate alla manutenzione dei nuovi mezzi di trasporto. Dunque occorrerà integrare le capacità tradizionali con nozioni di elettronica, elettrotecnica, con la conoscenza del funzionamento dei chip, dei sistemi di gps.
La grande quantità di informazioni disponibile grazie alla digitalizzazione genera inoltre sconfinate possibilità di utilizzo. Occorreranno competenze stem per sviluppare nuove soluzioni legate a strumenti inediti, come i visori per la realtà aumentata. Sarà poi importante integrare le conoscenze di tipo strettamente umanistico (filosofia, psicologia, antropologia) con uno sviluppo del pensiero critico e de problem solving. L’attenzione legata all’etica nell’intelligenza artificiale crescerà tanto più saranno diffuse e semplificate tali tecnologie. Occorrerà pertanto diffondere la capacità di usarle con giudizio, non soltanto tra chi programma, ma sempre più tra chi le utilizzano.
Anche la demografia, infine, conterà nelle città del futuro. Centrali, per questo ambito, le competenze di tipo comunicativo. Empatia, ascolto attivo, persuasione: l’invecchiamento della popolazione così come la possibilità di svolgere mansioni di assistenza da remoto richiederanno un forte sviluppo delle capacità interpersonali. A ciò si aggiunge la familiarità con i supporti tecnologici fisici come i dispositivi wearable. Per agevolare la fruizione dei servizi pubblici anche da parte di persone straniere, occorrerà poi affrontare la questione in maniera strutturata. Ad esempio, predisponendo competenze di mediazione culturale e implementando la conoscenza delle lingue straniere.
Leggi il report e scopri in dettaglio le 125 professioni del futuro.