Inclusione sul lavoro: le parole non corrispondono ai fatti

Secondo un sondaggio di Barnett Waddingham, meno di 1 azienda su 5 ha investito concretamente per migliorare inclusione, diversità ed equità

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Sondaggio sull'inclusione sul lavoro

Calano gli investimenti per iniziative dedicate a parità di genere, diversità e inclusione, quando un ambiente inclusivo migliorerebbe soddisfazione e motivazione dei lavoratori.

Di questi temi si è parlato al Richmond Human resources forum che ha anche sancito la partnership tra Richmond Italia e Women at Business. secondo una ricerca di BCG su dati provenienti da oltre 27.000 dipendenti in 16 paesi, le iniziative in favore di diversità, equità e inclusione riducono del 50% il rischio di attriti sul luogo di lavoro. Mentre chi assiste o è vittima di discriminazione è quasi 1,4 volte più incline a lasciare il lavoro.

L’inclusione sul lavoro fa bene, ma è ancora poca

Emerge anche che, quando i dipendenti percepiscono il valore che l’azienda dà a inclusione, diversità e parità di genere, la loro soddisfazione aumenta del 31% e la motivazione del 25%. Tuttavia, secondo un sondaggio di Barnett Waddingham su un campione di 300 tra HR director e dirigenti C-Suite, il 72% di loro conosce le richieste dei dipendenti per una strategia di diversità, equità e inclusione, ma meno di 1 su 5 (17%) ha investito in tal senso. Tra i motivi che hanno ridotto gli investimenti: le crescenti pressioni riguardanti i costi operativi (83%), le risorse necessarie alla catena d’approvvigionamento (80%) e le richieste di aumenti salariali (79%).

Nuova partnership per migliorare la DEI

In questa prospettiva nasce la partnership tra Richmond Italia e Women at Business. Il progetto tecnologico italiano, fondato da Laura Basili e Ilaria Cecchini, punta a valorizzare il talento e le competenze femminili per colmare il gender gap. Un ecosistema di aziende e di donne in crescita costante (quasi 12 mila i profili femminili nel database) espresso in competenze e professionalità con cui le aziende entrano in contatto.

“Serve dare un segnale tangibile che abbiamo imboccato un nuovo corso”, commenta Claudio Honegger, amministratore unico di Richmond Italia. “Nella nostra lunga carriera abbiamo visto un’evoluzione netta nella carriera delle donne, ma siamo ancora lontani da quella parità di genere, soprattutto in ambito salariale, che tutti auspichiamo. Ecco perché vogliamo fare la nostra parte, ancora di più. E il fattore abilitante della tecnologia sviluppata da Women at Business è uno degli strumenti più potenti per farlo”.

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