In fase di selezione dei candidati e dei futuri dipendenti, l’ufficio HR valuta e traccia anche le cosiddette soft skill o competenze trasversali.
Si tratta di “caratteristiche attitudinali” che rendono un dipendente – qualunque sia il suo ruolo – una buona risorsa per qualsiasi azienda e in quanto tali devono essere coltivate e sviluppate giorno dopo giorno.
In un mondo in continua evoluzione, le soft skills sono diventate fondamentali per il successo personale e professionale. Secondo InfoJobs, tra le soft skills ce ne sono alcune sono maggiormente apprezzate dai recruiter, ma che molto spesso i candidati non sanno far emergere in fase di colloquio. Se ne potrebbero elencare svariate, ma ecco di seguito una selezione di quelle più richieste dai recruiter aziendali e le più fruttuose, in termini di risultati, quando si decide di affrontare un cambiamento lavorativo.
Le soft skill più richieste
1) Capacità di apprendere in modo attivo e continuo: considerata la soft skill più importante degli ultimi tempi in quanto consente di rimanere sempre competitivi nel mercato del lavoro, ma permette anche un arricchimento personale continuo.
2) Spirito d’iniziativa: questa abilità riguarda la capacità di fare il primo passo senza aspettare istruzioni esplicite. Le persone con questa caratteristica vengono percepite come proattive e cercano attivamente opportunità per migliorare o risolvere problemi.
3) Doti comunicative: ossia tutte quelle attività che includono ascolto attivo, chiarezza nell’espressione, e la capacità di comunicare efficacemente con gli altri. Queste abilità sono essenziali non solo per esprimere in modo chiaro ed esplicito le proprie opinioni e idee, ma diventano un elemento portante per la collaborazione e la gestione delle relazioni.
4) Mentalità creativa: possedere una mentalità creativa implica la capacità di pensare fuori dagli schemi, generare nuove idee e trovare soluzioni originali e innovative. In un mondo del lavoro sempre più dinamico e in costante trasformazione, questa è un’abilità sempre più richiesta, poiché consente di essere sempre aperti al cambiamento e alla sperimentazione di nuove attività ed esperienze.
5) Intelligenza emotiva e sociale: la prima riguarda la consapevolezza delle proprie emozioni e la capacità di gestirle in modo costruttivo. Saper controllare l’ansia in situazioni di forte stress o riuscire a mantenere la calma quando la tensione si fa sempre più forte, sono aspetti da non sottovalutare. La seconda, invece, si riferisce alla capacità di comprendere e gestire le emozioni degli altri. In questo caso saper stare con le persone e offrire il proprio aiuto in un momento di difficoltà risulta essere una carta vincente da giocare, soprattutto in ufficio per favorire una cultura aziendale positiva.
6) Pensiero critico: la capacità di analizzare, valutare e risolvere anche le criticità in modo razionale. Include la capacità di fare domande, considerare diverse prospettive e prendere decisioni informate. Di fronte ad un problema, saperlo affrontare in modo rapido ed efficiente è diventato un vantaggio competitivo per le aziende che operano in un contesto di mercato sempre più dinamico, incerto, complesso e ambiguo.
Queste competenze, legate alle abilità interpersonali, alle capacità relazionali e comportamentali, sono aspetti che al giorno d’oggi sembrano valere molto di più rispetto alle sole competenze tecniche (hard skill). Si tratta di qualità e capacità prettamente personali, più difficili da misurare, ma fondamentali per affrontare nel miglior modo possibile differenti ruoli e contesti lavorativi.