di Laura Reggiani |
Lo Studio Miazzo di Novara ha una lunga storia nel settore della consulenza del lavoro e dell’amministrazione del personale.
Nato con l’obiettivo di fornire servizi di alta qualità a imprese di varie dimensioni, lo Studio, oggi guidato dalla figlia del fondatore Virginia, si distingue da sempre per competenza, professionalità e attenzione al cliente. Il team, composto da consulenti specializzati, è in costante aggiornamento per garantire alle aziende supporto nei passaggi più delicati del rapporto di lavoro. Dalla gestione delle relazioni sindacali al contenzioso con enti pubblici, passando per la gestione di lavoratori all’estero fino a selezione del personale e welfare.
“Siamo specializzati nella gestione del personale aziendale e ci poniamo l’obiettivo di essere un punto di riferimento per tutte le aziende che intendono investire sulle persone” spiega Virginia Miazzo, con cui abbiamo affrontato tematiche legate alla professione, partendo da un momento significativo per la categoria come quello del Covid.
Gli anni della pandemia hanno avuto un forte impatto sulle vostre attività e vi hanno posto davanti a nuove sfide. Come avete affrontato e sfruttato questo periodo emergenziale?
La ringrazio per aver iniziato con questa domanda, perché, a mio avviso, il Covid ha rappresentato per ci svolge la nostra professione uno spartiacque. Si è trattato di un periodo pieno di difficoltà, ma anche, per chi ha saputo gestire la situazione e non si è arreso al momento drammatico, di un punto di svolta. Noi Consulenti del Lavoro siamo stati travolti da uno tsunami di problemi, di lavoro aggiuntivo e di difficoltà burocratiche che non ha eguali nella storia della professione. Abbiamo lavorato il fine settimana per portare avanti le pratiche, ci siamo collegati al sito dell’Inps alle quattro del mattino, siamo passati da fare due casse integrazioni a farne 800 in un solo mese, ci siamo scontrati con le problematiche di una normativa che era stata fatta velocemente per sopperire a un periodo di crisi di cui non si sapeva l’orizzonte temporale, e a volte anche con l’incompetenza di molti interlocutori negli Enti preposti a fornirci delle risposte. Tutto questo per venire incontro ai clienti che avevano le attività e le produzioni bloccate.
A questa complessità si è poi aggiunta la necessità, anche per le persone del nostro Studio, di lavorare da remoto. Siamo riusciti a farlo facilmente, grazie al supporto del nostro team interno di informatici, che ha provveduto ad adeguare i sistemi mettendoci in condizione di praticare fin da subito lo smart working. Come gruppo di lavoro siamo usciti da questa esperienza rafforzati. Perché, nonostante le difficoltà, la squadra ha funzionato bene, e l’esperienza dello smart working e il relativo sviluppo tecnologico hanno dato una marcia in più e svecchiato alcune modalità organizzative delle aziende. Accelerando anche la trasformazione digitale e l’introduzione di nuovi modelli di lavoro flessibili.
Come è cambiata la professione negli ultimi anni? Quali competenze ritiene siano oggi fondamentali?
Il Covid ha impresso al mondo del lavoro un’incredibile accelerata e ha velocizzato tutti i processi. Oggi le aziende sono costrette a muoversi molto più rapidamente che in passato, fanno business plan a tre mesi e vogliono avere risposte immediate. Noi, come Consulenti del Lavoro, dobbiamo essere capaci di risolvere i loro problemi e di rispondere in modo rapido. Le competenze oggi necessarie per il professionista, dando per scontato la conoscenza della normativa e la capacità di saper fare bene il cedolino, sono quelle che permettono una diversa propensione al cliente. Che si concretizza nella capacità di intercettare i suoi bisogni, anche quelli inespressi, anticipandoli e trovando le migliori soluzioni.
Quali sono i servizi che lo Studio Miazzo offre ai clienti? Come siete organizzati per rispondere alle diverse e nuove esigenze?
Lo Studio offre una vasta gamma di servizi che spaziano dalla consulenza del lavoro, con il supporto completo nelle relazioni sindacali, nel contenzioso con enti pubblici, due diligence e gestione dei rapporti di lavoro, all’amministrazione del personale, con elaborazione dei cedolini, gestione dei contributi e invii telematici, adempimenti mensili e annuali. Ci occupiamo di gestione del personale, offrendo soluzioni per l’archiviazione documentale e la gestione delle presenze. Ma anche di privacy e sicurezza, di selezione del personale, di politiche attive, di welfare aziendale e di bilanci di sostenibilità.
Siamo una struttura relativamente grande, che negli ultimi anni si è notevolmente ampliata arrivando a comprendere sette Consulenti del Lavoro affiancati da 40 dipendenti, e tutte le nostre persone hanno raggiunto diverse specializzazioni su specifiche materie. Come accennavo, puntiamo sulla velocità e sulla flessibilità. Perché la velocità che hanno messo in atto le aziende richiede una risposta altrettanto veloce ai loro dubbi e alle loro richieste. In questo siamo supportati anche dai software sviluppati e gestiti internamente dai nostri tecnici informatici.
Porto come esempio la recente normativa sul whistleblowing, a cui ci siamo immediatamente adeguati grazie a un team di persone che prima ha studiato la normativa, poi ha sviluppato il software e infine ha fatto assistenza ai clienti. Sei mesi prima che la normativa entrasse in vigore eravamo già operativi e pronti a rispondere alle richieste. Questo significa che siamo in grado di offrire un servizio completo, aprendoci anche a nuove tematiche, supportando le aziende in tutti i nuovi aspetti che sono in qualsiasi modo collegati alla gestione del personale.
Cosa differenzia il vostro Studio dalla concorrenza presente nel settore e soprattutto dai grandi studi professionali associati che oggi dominano il mercato?
Come accennavo, siamo uno Studio di dimensioni anomale rispetto a quelle tipiche degli studi professionali. Non abbiamo la connotazione di un piccolo studio, ma non siamo neanche paragonabili ai grandi Studi tra Professionisti, e crediamo che proprio in questo risieda la nostra forza e differenziazione. Manteniamo la cura del cliente del piccolo studio, con l’attenzione che è stata tramandata da mio padre, fondatore dello Studio, che con il cliente aveva un approccio personale. In quest’ottica i nostri consulenti sono sempre a disposizione, sono presenti nelle aziende e hanno con loro un rapporto personalizzato.
Così ci differenziamo dai grandi studi professionali, che sono certamente in grado di risolvere i problemi, ma spesso non conoscono la realtà aziendale del cliente e le sue specificità. Per contro, alla stregua dei grandi Studi, riusciamo a offrire soluzioni avanzate anche dal punto di vista tecnologico. Ad esempio, a livello di software, siamo in grado di creare soluzioni personalizzate per i nostri clienti, che spaziano dal whistleblowing alla rilevazione delle presenze, e di modificarle in base alle specifiche esigenze. Si tratta a mio avviso di un importante valore aggiunto e di un servizio di tipo “sartoriale” svolto dai nostri operatori che, come dicevo, sono dedicati al cliente, conoscono l’azienda e le sue particolarità, interagiscono con le persone e sono per questo in grado di fornire risposte personalizzate in tempi rapidi. Sono convinta che nei prossimi anni avrà un vantaggio competitivo solo chi avrà saputo tenersi vicino il cliente offrendo risposte immediate su più fronti.
Quali sono le sfide che i datori di lavoro affrontano oggi nella gestione del personale? Quali consigli date alle aziende che vogliono migliorare le politiche HR?
Parto da quello che sto vedendo, ovvero da quello che mi stanno segnalando le aziende: la difficoltà nel trovare le competenze necessarie. Sono solo parzialmente d’accordo con questa lettura che danno gli imprenditori e i manager, perché a mio avviso la sfida che dovranno affrontare nei prossimi anni sarà proprio quella di trovare un dialogo e confrontarsi con le nuove generazioni. Nuove generazioni che hanno peculiarità, richieste, necessità ed esigenze completamente differenti. La sfida sarà quindi quella di comprendere gli asset che interessano alle nuove generazioni, per poterle attrarre e trattenere in azienda, offrendo loro qualcosa di stimolante, garantendo benefit diversi, come la flessibilità, il work-life balance e una maggiore attenzione al sociale e alla sostenibilità.
Si tratta di un momento fondamentale per il futuro dell’occupazione e, anche se attualmente vedo un po’ di chiusura da parte dei datori di lavoro, sono convinta che la sfida dei talenti rappresenti una grande opportunità da cogliere. E che avere in azienda competenze e generazioni diverse possa solo portare valore aggiunto. Più in generale, per quanto riguarda la gestione delle risorse umane, mio malgrado non posso che evidenziare come tuttora manchi in molte aziende italiane una cultura della persona e del suo benessere. La capacità di dialogare con il personale è fondamentale e imprescindibile per ogni tipologia di impresa, in quanto permette di evitare inutili incomprensioni e di arginare la spersonalizzazione.
Può condividere qualche caso o esempio concreto in cui avete supportato un’azienda a superare una problematica complessa?
Supportiamo le aziende in tutte le problematiche che riguardano il lavoro, spesso anche esulando dalle nostre mere competenze. Un esempio significativo in questo senso è un’attività di analisi del clima aziendale che abbiamo svolto per un nostro cliente, un imprenditore anziano che aveva però colto la necessità di conoscere meglio il proprio personale. Abbiamo pertanto realizzato e strutturato un bellissimo progetto, creando dei test ad hoc che ci hanno permesso di analizzare tutte le dimensioni della persona sul posto di lavoro, dalla formazione all’andamento del percorso professionale, dalla propria specifica mansione al rapporto con colleghi e superiori, includendo anche un’analisi retributiva.
Abbiamo poi svolto dei colloqui individuali con tutto il personale e riportato in modo spersonalizzato la situazione emersa all’imprenditore, che ha così potuto intervenire nelle situazioni di criticità. Questa analisi, e i risultati che ne sono conseguiti, ci hanno confermato quanto sia utile avere le necessarie informazioni per poter prendere qualsiasi decisione e soprattutto quanto sia importante sapere dialogare con le persone.
Qual è l’importanza della formazione? Quali soluzioni consigliate ai clienti per implementare programmi di efficaci e adatti alle esigenze del lavoro del futuro?
Ci confrontiamo sia con le grandi aziende, già abituate a utilizzare strumenti formativi, sia con le piccole imprese familiari, che non hanno mai fatto formazione. Tra le aziende produttive nostre clienti c’è già una cultura della formazione, soprattutto nell’ambito della salute e sicurezza, stimolata anche dagli obblighi normativi, mentre sulle piccole imprese c’è ancora molto da lavorare. A loro ovviamente spieghiamo i vantaggi della formazione e li introduciamo anche al mondo della formazione finanziata, avvalendoci poi della collaborazione di enti esterni che si occupano di redigere i piani formativi e di seguire tutto il percorso. Ci occupiamo invece internamente di apprendistato, puntando sempre sul ruolo formativo di questa tipologia di contratto, aiutando le aziende a redigere il piano formativo in una maniera conforme alla normativa, effettuando visite periodiche e occupandoci di tutte le formalità.
Come vede il futuro della professione nei prossimi anni? Quali nuove sfide vi attendono?
La prima sfida che mi viene in mente è quella legata all’Intelligenza Artificiale, che sta arrivando in modo prepotente nelle nostre vite e professioni. E che dovrà diventare sicuramente parte integrante del nostro lavoro. Credo sia un utile strumento per velocizzare alcune attività e permettere di utilizzare il tempo liberato in modo migliore, ad esempio per “leggere” le persone e le dinamiche aziendali. Un’altra sfida è quella legata a una normativa del lavoro italiana affascinate, ma rigida, che dobbiamo riuscire ad adattare al cambiamento sociale in atto. Vasta pensare al fenomeno dei rider, comparsi nelle nostre strade molto prima che la loro professione venisse in qualche modo disciplinata.
Il nostro compito sarà quello essere sempre più flessibili, di anticipare e cogliere i mutamenti del mondo del lavoro e di riuscire a trovare all’interno della normativa gli spazi per adattarsi alle necessità delle aziende. Infine, un aspetto a mio avviso molto interessante, è quello legato all’enorme patrimonio di informazioni e di dati che, come Consulenti del Lavoro, gestiamo. Dati che ci permettono di avere una visione del settore significativa, e che devono essere utilizzati in maniera diversa e possibilmente in modo predittivo. Non è sufficiente leggere i dati a consuntivo e comprendere a posteriori gli avvenimenti. Esistono una serie di informazioni che ci possono potenzialmente offrire la previsione di quello che potrà accadere in una determinata circostanza in un dato ambito lavorativo di cui possiamo fare tesoro, per noi e soprattutto per i nostri clienti.
Chi è Virginia MiazzoLaureata in Economia e Commercio, Virginia Miazzo inizia nel 2003 il suo praticantato professionale presso lo Studio Miazzo, una realtà che da 40 anni offre servizi di consulenza e amministrazione del personale a livello regionale e nazionale. Nel 2006 assume il ruolo di Responsabile del Personale dello Studio, ottenendo poi il titolo di Consulente del Lavoro nel 2013. Durante il suo percorso si è specializzata in Valutazione e Sviluppo delle Risorse Umane: le sue competenze specifiche le consentono di offrire alle aziende una consulenza personalizzata, volta a valorizzare le competenze e a favorire uno sviluppo aziendale sostenibile. In aggiunta, si occupa di orientamento professionale, consulenza orientativa e accompagnamento al lavoro nell’ambito delle Politiche Attive. Dal 2019-2020 è anche docente universitaria presso l’Università del Piemonte Orientale, dove tiene corsi specifici in ambito di amministrazione del personale. Nel 2023, insieme ad altri due Consulenti del Lavoro, ha fondato lo Studio Associato Miazzo&Partners, dando un senso di continuità all’attività di famiglia con dedizione e spirito di innovazione. |