Dall’E-Learning all’AI-Learning

L’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale può migliorare l’efficienza delle piattaforme e dei programmi di apprendimento grazie a innovazioni come “AI tutor” e “Avateacher”

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L’utilizzo dell'AI-learning può migliorare l’efficienza della formazione

I lavoratori sentono oggi più che mai la necessità di acquisire nuove competenze, per restare al passo con i tempi e con le richieste di un universo lavorativo in costante evoluzione: che l’AI-Learning possa fare la differenza?

Conferme in merito giungono da un approfondimento elaborato da HR Executive, secondo cui più di un lavoratore su due ha espresso il desiderio di apprendere nuove skill entro l’anno. Con l’obiettivo di migliorare e, soprattutto, offrire un miglior contributo a supporto dell’azienda d’appartenenza. Inoltre, il 73% dei professionisti appartenenti allo stesso campione vorrebbe effettuare il tutto da remoto e durante l’orario lavorativo.

La domanda sorge spontanea: come possono organizzarsi le imprese e i leader per soddisfare questo desiderio in un momento storico in cui velocità ed efficienza sono fondamentali? La risposta, secondo una serie di ricerche condotte da Espresso Communication per conto della tech company QuestIT, è l’Intelligenza Artificiale. A questo proposito, l’AI risulta così centrale e funzionale che, a livello globale, sta prendendo sempre più corpo un vero e proprio fenomeno denominato “AI-Learning Fever”.

Il trend si basa sull’organizzazione di corsi e seminari, per lo più da remoto, offerti ai lavoratori attraverso l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale. La quale assume diverse forme e ruoli: dagli “AI tutor”, capaci di spiegare alla perfezione ogni tipologia di concetto e tenere corsi rispettando tempi e necessità dei partecipanti, fino agli “Avateacher”. Elaborati, questi ultimi, con l’obiettivo di prevedere con largo anticipo, e con un’accuratezza del 90%, il livello di preparazione, prima, e crescita, poi, di ogni professionista.

La diffusione della AI-Learning Fever

Conferme in merito alla diffusione della “AI-Learning Fever” arrivano anche da un’indagine a cura di Worldmetrics. Oggi un’azienda su due al mondo utilizza l’Intelligenza Artificiale per rendere più efficienti i propri corsi da remoto. Strutturati per aiutare i collaboratori a crescere sia dal punto di vista personale sia professionale. Restando sulla stessa lunghezza d’onda, l’efficienza dei percorsi di formazione risulta in crescita del 50% e i tempi d’apprendimento si riducono della metà.

Ma non è tutto, perché gli algoritmi basati sull’Intelligenza Artificiale sono progettati per rispondere a eventuali domande da parte dei dipendenti durante le sessioni di apprendimento con un’efficienza pari al 90%. E ancora, entro il 2025, l’85% dei dubbi e delle curiosità da parte dei partecipanti verranno fugati da artificial coach o tutor con estrema precisione.

Ulteriori spunti sul tema vengono da un esperto del settore, Ernesto Di Iorio, Ceo della tech company QuestIT: “L’Intelligenza Artificiale, descritta da molti quasi come un pericolo, in realtà è già tuttora una più che valida aiutante e compagna di viaggio. Basti pensare che, implementando l’AI, le aziende possono ridurre del 70% i costi impiegati per offrire corsi di formazione o d’aggiornamento da remoto ai loro dipendenti. Ulteriori conferme in merito all’esplosione della AI-Learning Fever arrivano dal mercato di competenza. Entrando più nello specifico, l’asset dell’Artificial Intelligence applicata al mondo e-learning sfiorerà i 21 miliardi di euro entro i prossimi 3 anni”.

I vantaggi dell’AI nell’e-learning

Sulla stessa lunghezza d’onda si dimostra anche un’altra esperta del settore, Luana Lo Piccolo, AI Governance and Strategy Expert: “L’integrazione dell’AI nell’e-learning offre notevoli vantaggi. Tra cui la personalizzazione dei percorsi formativi, che consente di adattare i contenuti alle esigenze individuali dei singoli partecipanti ai corsi, e l’alleggerimento del carico di lavoro dei coach attraverso l’automazione delle attività ripetitive. L’AI facilita inoltre un apprendimento più inclusivo e accessibile, superando barriere geografiche e linguistiche”.

Tuttavia, continua Lo Piccolo, è essenziale affrontare i rischi legati a bias algoritmici e privacy dei dati, per evitare di ampliare le disuguaglianze digitali. E garantire che gli studenti continuino a sviluppare competenze fondamentali, come il pensiero critico e la capacità di risolvere problemi, essenziali per il loro successo futuro. Per sfruttare al meglio l’AI nell’e-learning consiglio alle aziende d’iniziare con un’analisi approfondita delle esigenze formative dei dipendenti. E di scegliere soluzioni AI che offrano personalizzazione e interattività. È fondamentale garantire la qualità dei contenuti, mantenere l’engagement attraverso strumenti come gamification, quiz e simulazioni, e assicurare l’accessibilità per tutti i dipendenti, inclusi quelli con disabilità”.

Infine, “la protezione dei dati, il supporto tecnico, e una valutazione continua dell’efficacia dei programmi sono altrettanto cruciali. L’integrazione dell’e-learning con altri software aziendali facilita una gestione efficiente delle informazioni, massimizzando così i benefici e allineando la formazione agli obiettivi aziendali”.

6 CONSIGLI PER SFRUTTARE L’AI

Ecco il vademecum degli esperti con i 6 consigli utili per le aziende che vogliono sfruttare al meglio le potenzialità dell’Intelligenza Artificiale in ottica e-learning:

  • analizzare le esigenze formative dei singoli dipendenti per capire quali soluzioni, in ottica AI, scegliere al fine di offrire un servizio ottimale e soddisfacente;
  • affidarsi a consulenti o AI Expert che consiglino su quali piattaforme o soluzioni concentrare i propri investimenti;
  • mantenere elevato l’engagement dei lavoratori, puntando non solo su spiegazioni o corsi teorici, ma anche su strumenti o soluzioni coinvolgenti come quiz o simulazioni;
  • assicurarsi che i corsi di formazione o aggiornamento siano accessibili a tutti i dipendenti, inclusi quelli con disabilità;
  • effettuare opportune verifiche per fare in modo che i dati dei partecipanti ai corsi siano protetti a dovere;
  • offrire l’opportunità ai dipendenti di valutare i corsi potenziati con l’AI per testare il loro livello di soddisfazione e, di conseguenza, apportare i dovuti cambiamenti.

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