Lavoro e IA: la visione di ProfessionItaliane

Le proposte di ProfessionItaliane, che rappresenta 23 Consigli Nazionali degli Ordini e oltre 2,3 milioni di professionisti, per tutelare servizi pubblici e professionali

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Lavoro e IA: verso un futuro etico nei servizi pubblici e professionali

Lavoro e IA: cosa sta accadendo? I professionisti ordinistici si sono riuniti a Roma il 16 gennaio per discutere dell’impatto dell’intelligenza artificiale sulle professioni intellettuali e su come tutelare i servizi professionali nell’interesse dello Stato e dei cittadini.

Favorire l’equità sociale, permettendo ai soggetti “digitalmente fragili” di accedere ai sistemi di Intelligenza Artificiale e prevedere meccanismi per proteggerli da abusi o utilizzi scorretti. Garantire trasparenza e conoscenza dei processi per comprenderne potenzialità e limiti dell’IA e farne un uso consapevole. Inoltre, per contribuire in modo concreto alla gestione e allo sviluppo dell’uso dell’IA, estendere alle professioni ordinistiche e ai loro Ministeri Vigilanti l’Osservatorio sull’adozione di sistemi di IA nel mondo del lavoro. Prevedendo che gli Ordini introducano nei codici deontologici specifiche norme comportamentali per adozione e utilizzo degli strumenti intelligenti.

Sono alcune delle proposte presentate da ProfessionItaliane, associazione di rappresentanza di 23 Consigli Nazionali degli Ordini e oltre 2,3 milioni di professionisti, nel corso dell’evento Lavoro e IA: verso un futuro etico nei servizi pubblici e professionali, tenutosi a Roma lo scorso 16 gennaio.

Lavoro e IA nelle professioni: gli interventi

Trasparenza, informazione, conoscenza, formazione, mediazione, etica, deontologia, dati ed evoluzione professionale sono le parole chiave che animano le osservazioni dei professionisti. Anche alla luce dell’Ai Act (il primo regolamento europeo sull’IA) in vigore dallo scorso 1° agosto. Etica e deontologia i principi cardine da adottare, secondo ProfessionItaliane, nell’uso dei sistemi digitali intelligenti, cui è strettamente collegata la trasparenza degli algoritmi.

Proprio per garantire questo risultato, l’associazione ritiene necessario introdurre un sistema sanzionatorio per chi non rispetta i valori deontologici ed etici. Tra le altre proposte:

  • promuovere una formazione diffusa, non solo per i professionisti, ma anche per chi deve utilizzare, realizzare e certificare sistemi di IA;
  • incentivare il ruolo di terzietà dei professionisti ordinistici nei confronti di Pubblica Amministrazione, committenti pubblici e privati e cittadini riguardo all’adozione dei nuovi sistemi di IA, anche per gli appalti supportati dalle nuove tecnologie.

“Il futuro delle professioni passa attraverso la formazione e l’aggiornamento continuo”, commenta il presidente di ProfessionItaliane Rosario De Luca. “È necessario promuovere una diffusione capillare delle competenze digitali e tecnologiche. L’obiettivo è fornire ai professionisti gli strumenti per comprendere e utilizzare l’IA in modo etico, responsabile e produttivo. Solo attraverso un costante investimento sulle competenze possiamo garantire la competitività e la sostenibilità delle professioni nel lungo periodo”.

Per rimanere competitivi, ribadisce il vice presidente di ProfessionItaliane Armando Zambrano, i professionisti dovranno aggiornare costantemente le proprie competenze sull’IA. “L’intelligenza artificiale rappresenta un grande passo avanti per ottimizzare i processi, riducendo errori e migliorando l’efficienza, ad esempio, nella progettazione e nella manutenzione. Grazie all’analisi dei dati, l’IA consente decisioni strategiche e favorisce soluzioni sostenibili. Siamo convinti che sarà sempre più presente nel nostro lavoro, perciò i professionisti dovranno governarla in un quadro di regole certe”, conclude.

 

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