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Attrarre i giovani è la missione di eccellenze come Cama e Omet

Il 30 gennaio, presso l'Omet Innovation Park di Molteno (LC), si è tenuta la seconda edizione dell'iniziativa Tech4students Day, una giornata dedicata agli studenti delle scuole, organizzata dalle aziende lecchesi Cama e Omet

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Tech4Student25 Cama Omet

di Virna Bottarelli | Cama Group e Omet, aziende lecchesi attive rispettivamente nei settori delle macchine per il packaging e per la stampa, hanno organizzato il 30 gennaio, presso l’Omet Innovation Park di Molteno (LC), la seconda edizione dell’iniziativa Tech4students Day.

Si tratta di una giornata dedicata agli studenti delle scuole (medie, superiori e ITS) del territorio, che hanno potuto toccare con mano la realtà di un settore altamente tecnologico, nel quale le imprese italiane primeggiano a livello internazionale. La giornata si è conclusa con un momento di approfondimento, dal titolo “Il lavoro del futuro: le competenze tecniche chiave per la crescita”, moderato da Luca Viscardi, giornalista e divulgatore tech, che ha visto la partecipazione dei rappresentanti delle due aziende promotrici dell’iniziativa e di rappresentanti delle istituzioni.

Avvicinare i giovani alle professioni tecniche

“Il nostro è un settore di nicchia, ma altamente tecnologico, e le nostre aziende hanno bisogno della portata innovativa dei giovani per continuare a essere competitive”, ha detto Daniele Bellante, presidente di Cama Group, evidenziando come, grazie all’iniziativa pensata insieme a Omet, negli ultimi due anni sono stati coinvolti quasi mille studenti del territorio. Strategia, know-how, buone pratiche che si tramandano di generazione in generazione sono per Cama, un’azienda con un’età media di 40 anni, gli ingredienti di una ricetta vincente.

Certo, arruolare i giovani significa anche fare formazione e questo, dice ancora Bellante, “è un lavoro nel lavoro, che richiede energie e risorse. Ma è fondamentale per il futuro delle nostre aziende”. Bellante parla al plurale per sottolineare l’importanza di fare sistema tra le imprese e le istituzioni del territorio, scuole in primis, affinché sempre più giovani si avvicinino alle professioni tecniche.

Daniele Bellante, presidente di Cama Group
Daniele Bellante, presidente di Cama Group

E per il mondo delle istituzioni sono intervenuti Mauro Piazza, sottosegretario con delega all’autonomia e ai rapporti con il Consiglio Regionale di Regione Lombardia, Alessandra Hofmann, presidente della Provincia di Lecco, e Mauro Gattinoni, sindaco di Lecco. Piazza ha ricordato come Regione Lombardia stia investendo molto sulla formazione tecnica e come si inizino a vedere i primi risultati, con una tendenza positiva nelle iscrizioni negli istituti tecnici.

Anche gli ITS stanno attraendo sempre più giovani, ma l’obiettivo rimane avere numeri più consistenti. Un aspetto su cui lavorare, secondo Piazza, è l’orientamento: “Dobbiamo affiancare i ragazzi già dalla scuola media e prospettare loro anche le tante opportunità offerte dai settori tecnologici”. 

“Il nostro è un territorio ricco non solo di risorse economiche ma anche di capitale umano”, ha detto Alessandra Hofmann. “Iniziative come gli Open Day devono essere più frequenti, per dare ai ragazzi l’opportunità di vedere da vicino il mondo del lavoro e potenziare il dialogo tra le aziende e gli insegnanti, partendo da quelli delle scuole secondarie di primo grado”. Hofmann ha anche ricordato il Patto Territoriale per le Competenze, grazie al quale sono stati attivati corsi professionalizzanti presso l’Istituto Fiocchi di Lecco nelle discipline meccanica, elettronica e meccatronica.

Mauro Gattinoni ha invece sottolineato l’importanza di sviluppare, nei ragazzi, anche le ormai note soft skill: “A scuola si acquisiscono conoscenze, ma nel lavoro saranno richieste anche altre competenze e capacità di tipo relazionale”.  Ha così invitato i ragazzi a fare esperienza nel volontariato, considerandolo un’opportunità preziosa per sviluppare empatia, adattabilità, creatività e pensiero critico.

Scuola e impresa verso un obiettivo comune

A rappresentare l’istruzione e le aziende sono intervenuti invece Raffaele Crippa, direttore ITS Lombardia Meccatronica, e Stefania Palma, responsabile Area Education di Confindustria Lecco e Sondrio.

“L’esperienza degli ITS vede impresa e scuola insieme nell’accompagnare i ragazzi in un’esperienza lavorativa”, ha detto Crippa, confermando come le iscrizioni negli ITS siano in crescita. “Quello che conta per i ragazzi è fare esperienza, vedere dal vivo come funziona il mondo del lavoro e sentire la voce di giovani della loro generazione: ecco perché sono  importanti, nell’orientamento, le attività tra pari, con studenti degli ITS o degli istituti tecnici che parlano ad altri studenti”.

Di esperienza diretta ha parlato anche Stefania Palma, che dal 1997 in Confindustria segue i rapporti con le scuole del territorio, in particolare le scuole secondarie di primo grado. “Negli ultimi anni abbiamo visto una svolta positiva nel rapporto scuola-lavoro”, ha detto. “E va in questa direzione anche la riforma dell’istruzione tecnico-professionale con il modello 4+2, ossia un percorso di quattro anni di scuola superiore e due negli ITS Academy, integrati con esperienze a contatto con le aziende”. Al momento solo una scuola della provincia, ha precisato Palma, ha aderito alla sperimentazione, ma l’obiettivo è far sì che sempre più scuole si avvicinino a questa modalità.

Sul tema scuola-lavoro è intervenuta poi Annalisa Bellante, HR e vice presidente di Cama Group: “La riforma del 4+2 è un segnale positivo per le nostre aziende, che però non si devono nascondere dietro alla difficoltà, oggettiva, di trovare risorse umane e competenze, ma proporsi in modo da essere attrattive per i giovani che, ormai lo sappiamo, avanzano richieste precise quando si tratta di lavoro: cercano aziende che condividano i loro valori,  offrano strumenti di welfare, opportunità di crescita professionale e un buon equilibrio vita-lavoro”.

Annalisa Bellante vicepresidente Cama Group
Annalisa Bellante, vicepresidente Cama Group

Più giovani per aziende proiettate nel futuro

Antonio Bartesaghi, Ceo di Omet, è infine tornato sulla necessità di fare sistema tra le realtà del territorio: “Un’azienda, per quanto grande e strutturata, da sola può fare poco; dobbiamo essere proattivi e fare sistema, ricordandoci che siamo stakeholder di uno stesso territorio e per questo territorio dobbiamo creare valore”. 

Sui giovani e il loro apporto alle imprese, ha aggiunto: “Per la nostra aziende cerchiamo ragazzi che con il loro entusiasmo e la loro capacità di innovare ci aiutino a creare macchine che al momento, magari, nemmeno riusciamo ancora ad immaginare”. In Omet, azienda con un’età media  di 43 anni, l’apporto delle nuove generazioni “è fondamentale, per questo continueremo a sostenere attività di sinergia con il mondo della scuola”, ha concluso Bartesaghi.

Antonio Bartesaghi, Ceo di Omet
Antonio Bartesaghi, Ceo di Omet

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