Come superare il mismatch tra domanda e offerta

Politiche attive e un più ampio accesso delle imprese alla formazione continua. Questa la ricetta di FondItalia per superare il mismatch, aumentare la competitività delle imprese e migliorare l’occupabilità dei lavoratori

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la ricetta di FondItalia per superare il mismatch tra domanda e offerta

Il mismatch tra domanda e offerta di lavoro è, ormai da anni, questione cruciale con cui imprese, parti sociali e istituzioni sono costretti a fare i conti.

Secondo il Rapporto Inapp 2024, “il mismatch è alimentato da una formazione professionale poco aderente ai fabbisogni delle imprese e da una riduzione della popolazione attiva. La chiave per superare questo disallineamento è nelle politiche attive per il lavoro”.

Egidio Sangue, direttore di FondItalia, Fondo Paritetico Interprofessionale promosso da UGL e FederTerziario, aggiunge: “e da un più ampio accesso delle imprese alla formazione continua. In un contesto economico caratterizzato da transizioni tecnologiche e ambientali, la formazione continua deve acquistare un ruolo centrale fra gli strumenti necessari ad aumentare la competitività delle imprese italiane. E migliorare l’occupabilità dei lavoratori”.

I numeri del Fondo nel 2024

I dati di FondItalia offrono uno spaccato interessante su come le risorse destinate alla formazione siano state impiegate a livello territoriale e settoriale. Nel 2024 il Fondo ha finanziato 893 progetti formativi, coinvolgendo 3.222 imprese e 41.864 dipendenti per un totale di 872.713 ore di formazione. L’impegno finanziario ha superato i 15,95 milioni di euro, con un focus significativo sulle piccole e microimprese, che rappresentano la stragrande maggioranza delle imprese beneficiarie.

I dati regionali mostrano performance diversificate. La Lombardia si posiziona nettamente al primo posto con 1.924 aziende beneficiarie e 12.468 lavoratori coinvolti, evidenziando una forte cultura della formazione finanziata. Seguono Puglia, con 946 imprese, Toscana con 590 imprese e Sicilia con 470 imprese. Fanalino di coda le imprese di Valle d’Aosta, Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia.

L’analisi settoriale mette in luce il peso del commercio e delle attività manifatturiere. Rappresentano i settori con il maggior numero di imprese beneficiarie: 1.474 e 1.436 rispettivamente. Anche le costruzioni (828 imprese) e i servizi di alloggio e ristorazione (466 imprese) mostrano un crescente interesse per la formazione continua.

Le ore di formazione finanziate da FondItalia si sono concentrate su ambiti come gestione aziendale e amministrazione (18.454 ore), salute e sicurezza sul lavoro (18.155 ore), sviluppo delle abilità personali (23.061 ore). L’apprendimento in aula ha dominato con 54.090 ore, seguito dall’autoapprendimento a distanza (39.239 ore). La varietà delle modalità riflette l’adattamento alle esigenze delle imprese moderne e dei lavoratori, con un crescente uso di approcci flessibili e digitalizzati.

Formazione strategica anche per Pmi

FondItalia ha recentemente contribuito alla ricerca condotta dall’Osservatorio Innovazione Digitale nelle Pmi del Politecnico di Milano. Secondo cui il 51% delle piccole e medie imprese italiane considera la formazione una parte integrante della propria strategia aziendale, ma solo il 15% valuta regolarmente le competenze del personale per progettare interventi mirati. Questo gap tra intenzioni e azioni concrete evidenzia una delle principali criticità: la mancanza di programmazione e monitoraggio sistematici.

Un altro dato rilevante riguarda la fruizione della formazione finanziata. Utilizzata dal 78% delle Pmi principalmente tramite fondi paritetici e crediti d’imposta. Tuttavia, le difficoltà di accesso, i tempi lunghi e la complessità burocratica restano ostacoli significativi. Solo il 17% delle imprese monitora gli effetti della formazione, limitando così la capacità di misurare l’impatto sugli obiettivi strategici.

“Numeri che fanno riflettere”, commenta il presidente di FondItalia Francesco Franco. “E che rafforzano la nostra convinzione di lavorare per migliorare l’accessibilità alla formazione continua. Fornendo opportunità importanti a piccole e micro imprese, con l’obiettivo promuovere la crescita e la qualificazione professionale dei lavoratori a supporto dello sviluppo e dell’innovazione delle aziende italiane, in particolare quelle più piccole” conclude Franco.

Competenze contro il mismatch tra domanda e offerta

I trend di FondItalia evidenziano l’esigenza di competenze trasversali e specialistiche nei settori chiave dell’economia italiana. Lo conferma anche il già citato rapporto Inapp 2024, secondo cui oltre il 47% delle imprese segnala problemi nel trovare personale idoneo. Un dato, quello del mismatch tra domanda e offerta di lavoro, in crescita di oltre 22 punti rispetto al 2019. Il quale desta ulteriore preoccupazione alla luce della riduzione demografica di circa 4 milioni di persone in età di lavoro entro il 2040 e della diffusione delle tecnologie digitali nei processi produttivi.

Proprio il tema delle competenze è centrale nelle strategie di intervento di FondItalia. Lo scorso dicembre il Fondo ha preso parte a una tavola rotonda organizzata da AIF, l’Associazione Italiana Formatori, con un focus sul Sistema Nazionale di Certificazione delle Competenze, promosso dal decreto di luglio 2024. Nel confronto, il direttore del Fondo Egidio Sangue ha interpretato il nuovo decreto come un trampolino di lancio per ridefinire la trasparenza e la portabilità delle competenze.

Sin dalla sua adesione al Fondo Nuove Competenze, FondItalia ha investito in strumenti avanzati, basandosi sull’Atlante del Lavoro per monitorare e valorizzare sia l’apprendimento formale sia quello non formale. “La nostra missione è creare un sistema progettuale chiaro e snello entro il 2025” commenta Sangue. “L’obiettivo? Semplificare il complesso iter della certificazione e offrire percorsi personalizzati e accessibili”.

Innovazione, sostenibilità e sinergia con FNC

Per il 2025, FondItalia ha lanciato il nuovo Avviso FEMI con una dotazione iniziale di 8 milioni di euro. Focalizzandosi su temi quali la transizione digitale, la green economy e l’innovazione dei modelli organizzativi. La dotazione di 8 milioni di euro (1 milione di euro in più rispetto allo sportello dell’Avviso FEMI 2024.01), può aumentare, di norma con cadenza quadrimestrale, sulla base dei trasferimenti Inps nel frattempo disponibili.

L’Avviso è articolato in quattro assi principali:

  • progetti aziendali su misura per singole imprese;
  • progetti interaziendali, per gruppi di aziende con esigenze comuni;
  • voucher individuali per percorsi di alta formazione e upskilling dei lavoratori in aree strategiche.

A questi, si affianca anche un quarto asse, l’Asse FNC, per il finanziamento di progetti formativi che intenderanno avvalersi dell’intervento del Fondo Nuove Competenze – Competenze per le Innovazioni. Lo strumento di politica attiva, giunto al suo terzo anno di vita, finanziato con 730 milioni di euro dal PN Giovani, Donne e Lavoro (FSE+ 2021/2027), si concentra su transizione digitale, sostenibilità ed economia circolare, green e welfare aziendale. Offrendo finanziamenti per adattare le competenze dei lavoratori alle nuove sfide produttive. Colmando al contempo il temuto mismatch tra domanda e offerta.

Come funziona l’Asse FNC

Il Fondo Nuove Competenze rimborsa il costo delle ore di lavoro destinate alla frequenza di percorsi formativi (costo orario finanziato per un indicativo 60% della quota retributiva e per il 100% della quota contributiva) in aziende disponibili a stipulare un accordo sindacale che preveda una rimodulazione dell’orario di lavoro dei dipendenti, destinando una parte delle ore alla formazione. FondItalia concorrerà, per tutte le imprese aderenti al Fondo, all’accesso alla misura, al finanziamento dell’intervento formativo e all’attestazione delle competenze acquisite mediante la formazione.

“FondItalia ha deciso di aderire al Fondo Nuove Competenze, anche alla sua Terza Edizione, perché è una misura finalizzata a formare un capitale umano in grado di rispondere all’accelerazione della domanda di innovazione. Offrendo ai lavoratori l’opportunità di acquisire nuove o maggiori competenze e di dotarsi degli strumenti utili per un adattamento efficace alle mutevoli condizioni del mercato del lavoro. E al contempo sostenere le imprese nel processo di adeguamento ai nuovi modelli organizzativi e produttivi. In risposta alle transizioni ecologica e digitale”, conclude il direttore Sangue.

La dotazione iniziale per lo specifico Asse FNC ammonta a un milione di euro. Con la consueta disponibilità, da parte del Fondo, a un incremento periodico. Come previsto dall’Avviso nazionale FNC, inoltre, i progetti formativi presentati a valere sull’Asse FNC FondItalia potranno riguardare linee di intervento per sistemi formativi, filiere formative e singoli datori di lavoro.

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