La formazione continua per la crescita delle piccole imprese

Un bilancio, più che positivo, dei primi 10 anni di FondItalia, il Fondo Interprofessionale che dal 2009 supporta le imprese nella formazione continua dei propri lavoratori.

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Francesco Franco FondItalia

di Laura Reggiani |

Francesco Franco FondItaliaCirca 120mila imprese, per un totale di quasi 500mila lavoratori; poco meno di 4mila progetti finanziati, per oltre 6 milioni di ore di formazione. Questi i numeri raggiunti da FondItalia nei primi 10 anni di attività.

Ne abbiamo parlato con il presidente Francesco Franco, che ci ha spiegato come l’obiettivo del Fondo sia quello di ricercare sempre proposte innovative, caratterizzate da grande semplificazione nel rapporto con le imprese e dalla volontà di mettere a disposizione di ciascuna di esse risorse adeguate a consentire la formazione dei lavoratori.

Il mondo del lavoro sta cambiando velocemente e la formazione continua diventa fondamentale per la crescita e lo sviluppo delle imprese. Come si può potenziare e migliorare questo strumento?

Il mondo del lavoro cambia velocemente ma le variabili in gioco sono sempre le stesse: da un lato ci sono imprese che hanno necessità di innovare per rimanere competitive, dall’altro ci sono le posizioni della politica economica che non sempre sembrano adeguate a incentivare e accompagnare la loro sfida. Servono policy capaci di sostenere l’economia nazionale, puntando sul sostegno alle imprese per quanto riguarda l’innovazione e la capacità di affrontare i mercati internazionali, ma anche per quanto riguarda le infrastrutture, i servizi e il ridimensionamento fiscale. Solo mediante la sinergia del tessuto imprenditoriale e politico si possono realizzare trasformazioni virtuose a beneficio dei singoli e dell’economia di tutto il Sistema Paese.

Parliamo di Fondi e di formazione finanziata, un settore che oggi viene considerato un “quasi mercato”. Qual è la sua opinione in merito?

Il settore dei Fondi viene ormai considerato un “quasi mercato” e la definizione, di per sé, non è necessariamente screditante. La concorrenza tra Fondi ha, nella maggior parte dei casi – tranne qualche isolata caduta di stile – migliorato l’offerta. L’auspicio è che la regolamentazione avviata da Anpal non privi i Fondi di una adeguata discrezionalità, pur nel rispetto normativo, per quanto riguarda la propria offerta, la semplificazione delle procedure e l’accesso alle risorse per la formazione per le loro imprese target, lasciando che la competizione non si giochi soltanto sulla maggiore rappresentatività delle Parti costituenti i Fondi o sulla più elevata disponibilità di risorse.

Chi è FondItalia? Quali sono i suoi punti di forza? Cosa vi differenzia dagli altri Fondi Interprofessionali?

FondItalia è il Fondo nato nel 2009 per volontà di UGL e FederTerziario che, forti del decennale dialogo già avviato sui tavoli della contrattazione collettiva, hanno deciso di dar vita a un Fondo intersettoriale e interterritoriale, che intercettasse le esigenze di medie, piccole e addirittura microimprese, generalmente escluse dal Sistema Fondi. Le caratteristiche e le necessità del target, congiuntamente al fatto di promuovere la formazione dei lavoratori in un contesto decisamente vincolato dagli effetti occupazionali della crisi economica, hanno stimolato le parti sociali costitutive a ricercare proposte innovative, caratterizzate da grande semplificazione nel rapporto con le imprese e dalla volontà di mettere a disposizione di ciascuna di esse, anche di quella più piccola, risorse adeguate a consentire la formazione dei propri lavoratori. Da qui l’idea di promuovere strategie di rete per le imprese.

Quali sono i numeri del Fondo? Qual è la distribuzione territoriale e settoriale delle imprese con cui lavora FondItalia?

Ribaltare le strategie di marketing, passando da un modello concorrenziale a un modello collaborativo che ha consentito alle imprese di “fare sistema” tra loro in sinergia con le Parti Sociali, ha incontrato molto favore tra le imprese e prodotto importanti risultati. Ad oggi, le imprese aderenti al Fondo sono circa 120mila, per un totale di quasi 500mila lavoratori. L’89% circa delle suddette imprese sono micro, con un numero di dipendenti compreso tra 1 e 9. Oltre il 75% delle imprese aderenti non risulta proveniente da altri Fondi e, proprio grazie alla rilevazione di questo dato, siamo certi che FondItalia abbia effettivamente contribuito ad ampliare, più che a confondere, la platea delle imprese capaci di utilizzare le opportunità offerte dai Fondi per realizzare la formazione in azienda.

Cosa ha finanziato FondItalia nei suoi primi 10 anni di attività, per quanto riguarda materie e tematiche, dimensione delle imprese, territori e settori?

Il Fondo si è distinto molto anche per la grande operosità che ha significato un impiego quasi totale dei versamenti Inps: al loro progressivo e costante incremento è corrisposto un progressivo e costante incremento dei Progetti finanziati, che, alla chiusura dell’anno 2018, risultano essere poco meno di 4mila, per oltre 6milioni di ore formazione erogata in ogni ambito e settore. Ben oltre il 50% delle imprese coinvolte è localizzato al Sud.

Si tratta di un dato considerato in controtendenza rispetto a quelli rilevati a livello nazionale, dal quale si evince una generale difficoltà delle imprese del meridione a offrire occasioni formative ai propri dipendenti, finendo per produrre un ulteriore svantaggio per queste imprese per quanto riguarda la tenuta del passo con la concorrenza nazionale e internazionale. Tra le tematiche, a fianco delle sempre presenti attività formative soggette a “obbligo di legge” in leggero decremento, emergono quelle legate alla gestione aziendale alla luce dei cambiamenti produttivi e organizzativi delle aziende, la formazione linguistica e lo sviluppo delle abilità personali.

Ci può spiegare meglio il funzionamento dei Conti di Rete? Quali soggetti possono organizzarli? Qual è la procedura di attivazione?

I Conti di Rete, ai quali ogni impresa può liberamente aderire esprimendo la sua volontà di aggregazione, rappresentano soprattutto una grande opportunità. Le imprese di ogni dimensione, infatti, associandosi ad altre secondo una logica di rete, possono scegliere di far confluire il loro gettito in un unico Conto, delegando a un unico soggetto di rappresentanza, azioni trasversali alla rete, quali la raccolta e l’analisi dei fabbisogni formativi, la pianificazione di strategie di sviluppo su base territoriale, settoriale o di filiera, la condivisione dei Progetti con le Parti Sociali.

Le risorse a valere sui Conti di Rete vengono assegnate su basi selettive, a mezzo di Avvisi pubblicati dal Fondo. Pertanto, le imprese aderenti a ogni Conto di Rete possono presentare Progetti formativi per tramite di Enti Attuatori, enti di formazione precedentemente accreditati presso il Fondo, secondo le tempistiche e le procedure indicate nei singoli Avvisi Femi, periodicamente pubblicati.

Alla luce delle linee guida e dell’attività di controllo di Anpal, quali sono le difficoltà nella gestione del rapporto con il Ministero? Vi sentite adeguatamente sostenuti?

Le procedure e le modalità operative adottate dal Fondo sono fortemente ancorate ai dettami della normativa e improntate su principi di trasparenza, per cui le attività di controllo non hanno mai prodotto particolari difficoltà. Rispetto alle Linee guida pubblicate da Anpal nell’aprile 2018, il Fondo ha scelto di adeguare immediatamente ad esse alcune delle proprie modalità di funzionamento che non risultavano del tutto allineate.

Tra le variazioni introdotte, l’erogazione di contributi per la formazione unicamente mediante Avvisi e non più a Sportello. Lo sforzo maggiore compiuto dal Fondo è stato quello di trovare soluzioni operative che non osteggiassero l’accesso alle risorse, limitandone l’impiego e non allungassero troppo i tempi di risposta da parte del Fondo, sia per quanto riguarda la richiesta di contributi che il successivo saldo. Il nostro è stato un “obbedisco”, con l’intento di mantenere salde le prerogative di velocità, agilità, flessibilità che hanno sempre contraddistinto FondItalia.

Qual è, a suo avviso, il ruolo che possono e devono avere i Fondi nel mercato del lavoro? Che scenario si immagina per il futuro?

Complessivamente i Fondi Interprofessionali hanno dimostrato di assolvere bene la loro mission: promuovere la formazione continua come leva di sviluppo e crescita per imprese e lavoratori. La costante possibilità dei Fondi di interloquire con imprese, lavoratori, associazioni datoriali, sindacalisti, professionisti della formazione ed esperti di sicurezza li rende sensibili a rilevare in maniera permanente elementi connessi all’andamento imprenditoriale e produttivo del Paese nonché alle esigenze di sviluppo. Sulla base di questa capacità di relazioni e di questo patrimonio conoscitivo maturato sul campo, auspichiamo un maggiore coinvolgimento nell’ambito delle politiche attive del lavoro.


FondItalia, Il Fondo veloce, agile, flessibile

Il Fondo Formazione Italia, abbreviato in FondItalia, è il Fondo Paritetico Interprofessionale per la Formazione Continua costituito per volere della parte datoriale FederTerziarioFederazione Italiana del Terziario, dei Servizi, del Lavoro Autonomo e della Piccola Impresa Industriale, Commerciale ed Artigiana e dalla parte sindacale UglUnione generale del Lavoro, sulla base di uno specifico Accordo Interconfederale siglato nel 2008, che riguarda tutti i settori economici, compreso quello dell’agricoltura.

Il Fondo si distingue per i tempi ridotti necessari per accedere alle risorse e per la sottoscrizione dell’Accordo di Concertazione a valere sui progetti, e per la capacità di garantire una formazione su misura per tutte le esigenze delle imprese.


 

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