L’AI negli studi professionali

La maggior parte dei consulenti del lavoro guarda all’IA come a un’innovazione in grado di apportare benefici, ma serve una revisione profonda delle competenze

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I rapidi cambiamenti tecnologici che interessano strumenti, formazione e aziende stanno influenzando anche i professionisti e i consulenti del lavoro: l’AI negli studi professionali promette di rivoluzionare la quotidianità della categoria.

Una voce autorevole come quella di Zucchetti, che ha pubblicato il suo “Osservatorio Professionisti 2025”, sostiene però che nonostante l’eco mediatica l’adozione dell’AI negli studi professionali italiani sia ancora in una fase iniziale. Solo il 16% degli studi interpellati, infatti, utilizza attualmente strumenti basati sull’intelligenza artificiale e sono quelli più strutturati a mostrare una maggiore propensione all’adozione dell’IA rispetto alle realtà più piccole. Probabilmente perché la capacità di investimento e la possibilità di gestire grandi volumi di dati fanno la differenza quando si tratta di decidere.

AI negli studi professionali: i consulenti del lavoro

Restringendo il campo ai consulenti del lavoro, per l’84% dei professionisti che hanno partecipato all’indagine di Zucchetti l’intelligenza artificiale rappresenta un’opportunità positiva per la professione. In particolare, a loro avviso contribuirà a far risparmiare tempo e potrà dare nuovi spunti utili al loro lavoro. In generale, la categoria è piuttosto ottimista per quanto riguarda la possibilità di ripensare, grazie agli strumenti di IA, i modelli di business.

Una sensazione emersa già dall’indagine “L’impatto dell’IA sul mondo del lavoro”, promossa dalla Fondazione Studi Consulenti del Lavoro lo scorso anno. La maggior parte dei professionisti interpellati per la ricerca avevano infatti dichiarato di guardare all’IA come a un’innovazione in grado di apportare benefici. A partire da nuova occupazione e aumento della produttività. Per ottenerli, però, sarà necessaria, per riprendere le parole di Rosario De Luca, presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei CdL,“una revisione capillare e sistemica delle conoscenze e delle skill”.

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