Affrontare la paura per attivare il cambiamento

Conoscere le proprie e le altrui emozioni permette ai leader di successo di trasformare la paura in coraggio verso un agire consapevole.

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affrontare la paura

di Sandra Paserio* |

Le aziende che accolgono il cambiamento come il nuovo compagno di viaggio, sono quelle che hanno più possibilità di rispondere a un mercato sempre più dinamico e agguerrito.

Ma, per farlo, bisogna cambiare mindset e imparare a gestire la paura. La paura è uno dei meccanismi di sopravvivenza più potenti in nostro possesso, che non dobbiamo combattere ma conoscere e navigare in modo consapevole per trasformare un’emozione disfunzionale in un’emozione funzionale, proprio come fece il comandante dell’aereo del miracolo del fiume Hudson.

Capire e controllare le emozioni

Chesley Sullenberger, il comandante statunitense del volo US Airways 1549, grazie alla grande capacità di gestire le proprie emozioni, riuscì a fare qualcosa di incredibile. Dopo che uno stormo di volatili mise fuori uso i due motori del velivolo, dovette prendere una decisione drastica. L’aereo perdeva quota, non c’era tempo per ritornare all’aeroporto né per raggiungere un punto di terra sicuro. Nonostante fosse terrorizzato, Sullenberger trasformò la paura in coraggio e percorse l’unica soluzione possibile e praticabile, anche se rischiosissima: l’ammaraggio sul fiume Hudson. Ed è così che riuscì a portare in salvo 155 vite umane, compresa la sua. La sfida del comandante fu quella di controllare efficacemente le proprie emozioni evitando che le stesse prendessero sopravvento sulla sua parte razionale. Per il principio del contagio emotivo, questo fu un balsamo per tutti. La calma regnò sovrana. Lui era calmo. L’equipaggio era calmo. I passeggeri erano calmi.

Per imparare a gestirle è importante, quindi, capire perché le emozioni prendono il sopravvento. Le emozioni prendono il sopravvento per come è strutturato il cervello e per il percorso che il segnale intraprende nel nostro corpo ogni volta che vediamo, ascoltiamo, sentiamo, annusiamo o tocchiamo qualcosa.

Ogni segnale, infatti, diventa un segnale elettrico che passa da una cellula all’altra fino ad approdare al lobo frontale, la parte del cervello razionale dove viene elaborato il pensiero logico. Prima di arrivare a destinazione, però, lo stimolo passa dal sistema limbico, facendo provare le emozioni e anticipandone l’utilizzo razionale.

Questo condizionamento diventa una comunicazione costante tra cervello emotivo e razionale che, se non conosciuta e gestita correttamente, permette alle emozioni di prendere il sopravvento.

Rafforzare l’intelligenza emotiva

Ecco perché è importante conoscere il proprio Quoziente Emotivo e rafforzare la propria intelligenza emotiva. Misurare il proprio QE tramite test psicometrici e predittivi somministrati da un Assessor certificato, è il primo passo. Ma fotografare senza intervenire perde di significato. L’allenamento, con il supporto del Coach, permette di intraprendere un percorso di consapevolezza atto al miglioramento della comprensione delle proprie e altrui emozioni, della loro gestione e del loro utilizzo, anche in un percorso di cambiamento aziendale.

Il cambiamento, infatti, è una questione critica e, per essere efficace, deve essere guidato da un modello ciclico che affianchi la gestione logico-razionale a quella delle dinamiche emotive.

Quando si attiva un cambiamento in azienda (pensiamo semplicemente a un cambio di mansioni o all’utilizzo di un nuovo software oppure a un cambiamento più strutturato quale un cambiamento culturale o una ristrutturazione aziendale) si chiede, infatti, ai collaboratori di uscire dalla propria zona di comfort per esplorare qualcosa di nuovo. Si chiede di abbandonare uno schema mentale che per anni ha funzionato, per sostituirlo con un nuovo schema che l’amigdala, se non preparata preventivamente, percepisce come pericolo.

Gestire la paura per agevolare il cambiamento

Cosa succede nel cervello dei collaboratori che non vengono accompagnati nella transizione? Scatta la preoccupazione di:

non riuscire più a svolgere il proprio lavoro in modo efficace ed efficiente;

non avere il controllo della pratica;

commettere errori;

non essere capace;

non essere all’altezza del nuovo incarico;

essere licenziato.

Paure lecite che nascono dall’istinto di preservare la propria sicurezza e che dobbiamo imparare ad anticipare e, nel caso, a gestire:

sviluppando l’intelligenza emotiva del leader;

fornendo strumenti di sviluppo dell’intelligenza emotiva dei collaboratori;

creando un ambiente psicologicamente sicuro

usando la strategia e una metodologia idonea;

motivando le persone prima di passare poi all’azione.

Se non lo facciamo, rischiamo di cadere nella trappola in cui cade il 70% delle persone. Una spirale tossica che alimenterà il giudizio, la frustrazione e la paura, bloccando il cambiamento e alimentando l’immobilismo.

Le persone non sono (solo) razionali! Ricordiamocelo. Prima ne saremo consapevoli e prima capiremo che le persone, per accettare un cambiamento, dovranno transare da un processo psicologico che permetterà alla spirale di girare nel verso giusto, trasformando la frustrazione in entusiasmo, la paura in coraggio e il giudizio in curiosità. Non aspettiamo di fallire.

Armiamoci degli strumenti che ci permettono di “partire dopo per arrivare prima”.


* Sandra Paserio è Consulente del Lavoro, Business Coach, Sei Assessor certificato e Consulente Strategico in Paserio & Partners.

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