Imprenditori: in molti non parlano italiano

In base ai dati del Censis sono circa mezzo milione i titolari d’impresa nati all’estero, rappresentano il 14,6% degli imprenditori del nostro Paese e sono in continuo aumento. Difficile l’integrazione e poca la propensione ad assolvere gli obblighi di sicurezza.

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In Italia sono 447.422 i titolari d’impresa nati all’estero. Costituiscono il 14,6% degli imprenditori del nostro Paese.

L’81% proviene da un Paese extracomunitario e per il 23% sono donne. Tra il 2010 e il 2018, mentre gli imprenditori italiani diminuivano del 12,2% sotto i colpi della crisi, gli imprenditori stranieri sono aumentati del 31,7%. E sono anche più giovani: il 71,6% ha meno di 50 anni, mentre tra gli italiani gli imprenditori under 50 sono il 44,3% del totale. È quanto emerge da una ricerca del Censis realizzata nell’ambito del progetto “La mappa dell’imprenditoria immigrata in Italia” realizzato con l’Università degli Studi Roma Tre e con il supporto dell’Inail.

Più stranieri in Lombardia e Toscana, a Roma e Prato

Al primo posto tra le regioni italiane c’è la Lombardia, dove gli imprenditori nati all’estero sono 81mila. Seguono il Lazio con 53mila e la Toscana con 43mila.  Se si considera l’incidenza degli stranieri sul totale degli imprenditori, al primo posto sale la Toscana (dove rappresentano il 21,4% del totale). Roma guida la classifica delle province, con 45mila imprenditori stranieri, seguita da Milano (36mila) e Torino (20mila). Ma Prato è al primo posto per incidenza, dato che qui il 46,9% dei titolari d’impresa è nato all’estero, seguita da Milano (29%), Firenze (26%) e Roma (26%).

Vendita al dettaglio, ristorazione e costruzioni

Sono 146.905 i titolari stranieri di un esercizio per la vendita al dettaglio, 25.901 sono attivi nella ristorazione. Nell’industria al primo posto si trovano i 114.322 stranieri titolari di un’impresa di costruzioni. Gli imprenditori marocchini sono 64.690 e sono attivi soprattutto nel commercio. I cinesi sono 50.899, attivi nel commercio, nel tessile e nella ristorazione. Rumeni e albanesi sono specializzati nei lavori edili.

L’integrazione e la sicurezza

Secondo l’indagine il 60% delle imprese condotte da cittadini di origine immigrata è in attività da più di tre anni. Il fatturato negli ultimi tre anni è stabile per il 53% e in crescita per il 20%. Il 76% si dichiara del tutto (21%) o in parte (55%) soddisfatto dell’andamento della propria attività.

Ma il 12% degli imprenditori stranieri ha una scarsa conoscenza della lingua italiana, il 24% appena sufficiente. Nel tempo libero il 45% frequenta esclusivamente altri cittadini stranieri. Il difficile rapporto con la sicurezza sul lavoro.

Il 46% degli imprenditori stranieri percepisce la tutela della salute e della sicurezza sul luogo di lavoro come un mero obbligo di legge, per il 20% è una responsabilità condivisa con i lavoratori, per il 15% è un dovere morale, per il 12% è solo un costo, solo per il 5% è un investimento.

Il 30% ammette però di avere difficoltà ad assolvere gli obblighi normativi. È questa la ragione per cui il 47% si fa aiutare da consulenti esterni.


I titolari stranieri di imprese attive in Italia per comparto e origine (fonte Censis)

Comparto

Stranieri

Di cui extracomunitari

Totale

Valore

% su totale

% comparto

Agricoltura/pesca

14.582

2,3

3,3

Industria

150.196

22,0

33,6

Servizi

282.514

16,3

63,1

Totale

447.422

14,6

100,0

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