di Greta Gironi |
Quali sono le competenze più richieste da parte delle imprese e in generale dei datori di lavoro? Quanto incidono queste competenze sulla retribuzione del lavoratore e quali sono le professioni per le quali è indispensabile possederle?
A queste domande risponde una recente analisi dell’Osservatorio Statistico dei Consulenti del Lavoro che ha analizzato, tra i vari aspetti, le 15 principali competenze trasversali, ovvero quelle capacità connesse ad atteggiamenti, attitudini e interessi personali, le cosiddette “soft skill”, sempre più richieste dal mercato del lavoro.
Dall’analisi risulta che la competenza più richiesta dalle imprese è la “persistenza”, classificata come molto importante per il 60,2% delle unità di lavoro attivate nel 2018 (4,3 milioni), seguita dall’attitudine a “riconoscere i problemi” (52,5%) e dalla capacità di “lavorare in gruppo” (40,5%). Molto al di sotto del 40% del totale delle unità di lavoro si collocano altre competenze ritenute importanti, come il saper prendere decisioni e risolvere i problemi (26,2%), fornire servizi adeguati ai clienti (23,7%), essere innovativi (21,1%) e risolvere problemi complessi (20,2%). Agli ultimi posti della classifica troviamo, invece, la conoscenza della lingua straniera (5,1%), generalmente l’inglese, la capacità di controllare la qualità dei beni e servizi (5,7%) e la capacità di negoziare (6,3%).
Più competenza, più retribuzione
Per quanto riguarda invece le variazioni percentuali tra lo stipendio netto mensilizzato delle unità di lavoro per le quali le 15 skill sono molto importanti e quello delle unità di lavoro, per le quali non sono molto importanti, si registra un aumento delle retribuzioni per 13 competenze, dal 25,1% relativo al requisito della “persistenza”, al 6,3% relativo alla “capacità di lavorare in gruppo”, mentre si osserva una diminuzione dello stipendio per le skill relative alla propensione a offrire beni e servizi in modo soddisfacente ai clienti (-20,2%) e alla capacità di controllare la qualità sui prodotti, servizi e processi (-6,4%).
Le variazioni negative della retribuzione relative alla skill dei “servizi ai clienti e alle persone” sono determinate dall’ampia presenza di personale mediamente qualificato (81,7%) e quindi meno retribuito nelle professioni che richiedono un diretto contatto con i clienti, come quelle di cameriere, barista, commesso, colf, autista e venditore, ma queste considerazioni valgono anche per il requisito del “controllo della qualità” (professioni mediamente qualificate: 69,9%) che vede al primo posto il mestiere di cuoco. Viceversa, le unità di lavoro con skill che registrano il più elevato gap di retribuzione sono costituite da personale altamente qualificato come nel caso dell’apprendimento attivo e della capacità di pensare in modo creativo.
La classifica delle top skill
- Mai perdersi d’animo | Il primo requisito richiesto ai lavoratori è la persistenza: su 4 milioni e 251mila unità di lavoro attivate nel 2018, per 2,6 milioni di esse, pari al 60,2%, è molto importante che sia presente nel lavoratore l’attitudine a non perdersi d’animo in presenza d’ostacoli. Inoltre, poiché questa qualità è molto importante per una larga parte delle attività lavorative, riguarda tutti i livelli di qualifica professionale, dai lavori non qualificati e manuali come quelli di bracciante e colf che sono i più numerosi, da quelli mediamente qualificate come gli impiegati e le badanti, a quelli altamente qualificati come i professori di scuola e gli infermieri. Il possesso di questa skill assicura un aumento del 25,1% del primo stipendio.
- Riconoscere i problemi | La seconda skill è quella dell’attitudine a riconoscere i problemi, molto importante per il 52,5% delle unità di lavoro, pari a 2,2 La capacità di capire che qualcosa non va o andrà male e quindi di allertare i responsabili dell’azienda, è molto importante per oltre la metà degli assunti e riguarda il 59% dei mestieri mediamente qualificati, come impiegati, colf e cuochi, e il 37% delle professioni altamente qualificate come professori e infermiere. Il possesso di questa skill assicura un aumento dell’8,4% del primo stipendio.
- Lavorare in gruppo | La preferenza a lavorare in gruppo, piuttosto che isolatamente, è una qualità molto importante per il 40,5% delle unità di lavoro attivate nel 2018 (1,7 milioni). Gran parte delle aziende ritiene essenziale assumere persone che preferiscono lavorare con altri piuttosto che da soli e soprattutto che siano capaci di sentirsi parte di un team, di giocare in squadra per raggiungere più efficacemente gli obiettivi aziendali: è una qualità considerata molto importante dal 54% dai mestieri mediamente qualificati come camerieri e impiegati e dal 37% delle professioni altamente qualificate come i Il possesso di questa skill assicura un aumento del 6,3% del primo stipendio.