Un consulente in grado di cogliere le opportunità del mercato, valutare i punti di forza di nuovi prodotti e di servizi più performanti e rendere più attrattivo il territorio nel quale opera l’impresa per gli investitori o per la nascita di start-up che, dalla contaminazione all’interno delle filiere, possano inserirsi nel volano dell’innovazione e contribuire alla crescita complessiva.
Sono alcuni degli obiettivi da cui è partito il progetto di Fondirigenti: “Laboratori di analisi sulla figura del Manager dell’innovazione” realizzato in collaborazione con la Scuola di formazione di Unindustria di Reggio Emilia. Uno studio volto a delineare la figura professionale del manager dell’innovazione e individuare i percorsi di acquisizione delle competenze necessarie per sostenere le imprese nei processi di trasformazione tecnologica e digitale previsti nel Piano nazionale 4.0.
Competenze per l’innovazione
Nello studio si segnala una scarsa diffusione sul territorio della figura del consulente per l’innovazione ma, allo stesso tempo, si ravvisa come sia indispensabile la funzione di stimolo, selezione e avvio di idee innovative nelle piccole come nelle grandi aziende. Funzione che spesso coincide con la persona dell’imprenditore o con profili tecnici e non specifici. Inoltre, viene bocciata l’ipotesi di formare giovani neo laureati come Innovation manager, una figura che secondo lo studio può essere formata con maggiori probabilità di riuscita a partire da quadri e dirigenti con diversi anni di esperienza.
Il voucher per l’Innovation Manager
I risultati finali dell’indagine, condotta tra maggio e settembre 2019 su un campione di manager e imprenditori di settori caratterizzanti e distintivi del territorio reggiano, sono stati presentati l’11 novembre a Reggio Emilia in un incontro a cui ha partecipato il direttore di Fondirigenti, Costanza Patti.
“Per un’impresa moderna e attiva sul territorio, risulta vitale dotarsi di managerialità” ha affermato Costanza Patti “Fondirigenti ha investito negli ultimi tre anni circa 30 milioni di euro, coinvolto 3.500 dirigenti attraverso 250mila ore di formazione in Big data, Cybersecurity , Digital marketing per sostenere lo sviluppo di un percorso formativo che potesse accompagnare le imprese nell’automazione dei processi e verso la transizione dall’analogico al digitale”.
“Abbiamo salutato con soddisfazione l’introduzione di uno strumento come il cosiddetto voucher per l’Innovation manager per le Pmi” ha continuato il direttore generale di Fondirigenti ”con la consapevolezza che il Paese ha bisogno di imprese sempre più digitali per competere nel mercato globale”.