Nel mese di ottobre sono previste 282mila assunzioni dalle imprese, questo è quanto elaborato dal Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal.
Infatti, in un quadro economico ancora caratterizzato da forte incertezza per l’andamento dell’emergenza sanitaria e per i tempi di superamento della crisi economica, si è avuto, rispetto a ottobre dello scorso anno, un calo del 27,9%, ma sale al 13% la quota delle imprese che hanno programmato delle assunzioni, rispetto al 10% di settembre. Secondo l’82,8% delle imprese i livelli di produzione e vendita potranno tornare a condizioni “accettabili” solo nel corso del 2021, in particolare il 46,9% di esse ha spostato direttamente al secondo semestre 2021 la possibile normalizzazione delle attività.
Qualche segnale di miglioramento
I segnali di miglioramento per le nuove assunzioni arrivano dai servizi alle persone con 50mila posizioni, e dalle costruzioni, con 27mila entrate previste, insieme alle lavorazioni dei minerali non metalliferi, strettamente legate alle costruzioni, e all’industria alimentare.
Rimane invece negativa la posizione della filiera del turismo (-43,6%) e in calo analogo sono anche i servizi finanziari.
Al momento la domanda di lavoro delle imprese tende a concentrarsi sulle figure professionali dell’area core delle attività di produzione, dell’area tecnica e di progettazione e sulle funzioni collegate alla direzione, con difficoltà di reperimento particolarmente elevate negli ambiti della ricerca e sviluppo (51,7%, con i tecnici in campo ingegneristico al 58,9%), dell’installazione e manutenzione (46,3%, con gli artigiani e operai specializzati di installazione e manutenzione attrezzature elettriche e elettroniche al 42,6%) e della certificazione e controllo di qualità, sicurezza e ambiente (39,6%, con i tecnici della gestione dei processi produttivi di beni e servizi al 54,5%).
Supera la media nazionale l’andamento tendenziale delle assunzioni a ottobre 2020 per le regioni del Sud e isole e per il Nord-ovest, mentre più negative sono le imprese del Nord-est (in particolare di quelle venete) e del Centro (in particolare di quelle della Toscana).
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