Il coworking per un lavoro all’insegna della flessibilità

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La pandemia ha mostrato che esiste un altro modo di lavorare, a cui alcune aziende erano impreparate: gli spazi condivisi sono la soluzione per mettere i lavoratori al centro.

Covid, smart working e remote working; sono parole che hanno rivoluzionato il nostro modo di lavorare e che in qualche modo hanno cambiato il concetto stesso di tempo. Non solo, ci hanno mostrato che esiste anche un altro tipo di ufficio perché c’è un’alternativa al modo di lavorare. Alternativa che prima alcune aziende non prendevano in considerazione, nonostante la rivoluzione dello smart working sia in corso già da qualche anno in Italia. Ma in certi ambienti, il dipendente non aveva altra scelta che quella di adattarsi, un vero e proprio letto di Procuste che riduceva le persone a un solo modello, un solo modo di pensare e di agire.

La pandemia, paradossalmente, ci ha traghettati tutti da un estremo all’altro: se prima spesso erano le persone a doversi adattare in tutto e per tutto al lavoro, adesso è il lavoro che sempre più cerca di adattarsi alle persone. Con il risultato che l’ufficio tradizionale è diventato improvvisamente vecchio: è un concetto che ribadiamo spesso, ma che molti hanno realizzato solo adesso. Tuttavia, mentre il mondo se ne accorgeva, abbiamo sostituito una rigidità (quella del vecchio ufficio), con una nuova rigidità: quella dell’home working a tutti i costi. Ma esiste una terza via, un ponte tra questi due estremi, una terra di mezzo in cui le esigenze del lavoratore sono davvero messe in primo piano e incontrano quelle delle aziende. Sono i luoghi di coworking, gli uffici flessibili, capaci di abilitare un vero smart working che funzioni per tutti.

Lo smart working continuerà a crescere

Per le aziende, l’opportunità creata dalla situazione attuale è enorme: grazie alla flessibilità, il luogo di lavoro si può trasformare da un costo fisso e imprescindibile a un investimento che crea valore, perché acquista una funzione capace davvero di migliorare la produttività. Secondo un’indagine globale di McKinsey, i manager che si occupano di organizzazione aziendale si aspettano un aumento del remote working compreso tra il 20% e il 27%, anche perché molte aziende paiono orientate ad adottarlo a tempo indeterminato. D’altra parte, la stessa indagine di McKinsey rileva che il 69% dei lavoratori avrebbe mantenuto o addirittura aumentato la propria produttività.

A fare la differenza, quindi, saranno due fattori fondamentali: da un lato si andrà verso un più ampio uso dei coworking e degli uffici serviti, capaci di offrire un alto servizio e spazi adatti ai diversi momenti del lavoro; dall’altro spetta alle aziende mettere in chiaro che piani hanno per lo smart working e come intendono proseguire la loro evoluzione.

Un cambiamento di paradigma radicale: in questo scenario, gli spazi di lavoro condiviso possono davvero diventare il trait d’union tra l’ufficio e la casa. Luoghi attrezzati, capaci di offrire quei servizi che a casa non si possono avere, ma senza la formalità – e magari la lontananza – dell’ufficio.

Servizi innovativi per i lavoratori

E in un’ottica di flessibilità è logico che siano sempre di più le aziende che decideranno di puntare su spazi flessibili per la turnazione dei propri dipendenti. Una scelta che manderà in soffitta i vecchi e statici uffici ancorati a lunghi affitti e ad una divisione degli ambienti sorpassata. Anche perché, per restare centrale, il luogo di lavoro deve trasformarsi in un vero e proprio fornitore di servizi al lavoratore, che solo in questo modo potrà sentirsi al centro della scena, valorizzato, pronto a impegnarsi in prima persona.

In questa fase di transizione, mentre molti non hanno ancora compreso la portata della rivoluzione, il coworking rappresenta la risposta a tanti bisogni. A cominciare dalla voglia di condivisione e dal bisogno di socialità esplosi durante i mesi di reclusione forzata. Non tutto il settore, però, potrà beneficiare del nuovo paradigma. Se è vero che il coworking è stato disegnato proprio a uso e consumo del lavoro agile, è altrettanto vero che per definirsi tale non è più sufficiente mettere a disposizione dei clienti una scrivania in un grande open space con una macchinetta del caffè. È fondamentale, invece, saper creare spazi capaci di fornire i servizi e i supporti necessari a quei lavori che stanno accelerando la transizione verso la flessibilità. Motivo per cui lo sviluppo dei coworking e degli uffici flessibili capaci di offrire tecnologia e servizi in uno spazio sicuro proseguirà anche fuori delle grandi città, dove c’è un bisogno emergente di rispondere a esigenze nuove.


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