FederFormazione (Federazione Italiana degli Organismi di Formazione ed Orientamento) da dieci anni lavora per lo sviluppo, la tutela e il sostegno degli Enti di Formazione che operano sull’intero territorio nazionale.
A partire dal Decreto Rilancio del maggio scorso, l’attenzione riservata a questo settore è apparsa defilata e l’istituzione del Fondo Nuove Competenze, assegnato alla gestione dell’Anpal (Agenzia Nazionale Politiche Attive del Lavoro), ha purtroppo disconosciuto il ruolo degli organismi di formazione generando un vuoto ambiguo sul ruolo degli attuatori. La difficoltà di accesso alle risorse coniugata allo stallo del sistema aziendale, dovuto alle limitazioni e alle restrizioni imposte dalle chiusure d’interi territori e dei comparti produttivi, ha di fatto scoraggiato imprenditori, dirigenti e lavoratori nell’attivare, anche on line, percorsi di riqualificazione e sviluppo professionale.
Salvare il salvabile grazie al sostegno della formazione
Senza troppi giri di parole, l’intero comparto sta dando segni di grande sofferenza, corriamo il rischio di vedere sciogliere come neve al sole quanto fino ad oggi costruito: la dispersione di un consistente capitale professionale, organizzativo e di know-how nonché l’impoverimento di uno strumento imprescindibile per qualsiasi politica di ripresa, di sviluppo e di valorizzazione delle potenzialità economico-sociali del nostro paese.
I Decreti Ristori 1 e bis messi in campo dal Governo per sostenere i comparti produttivi e di servizio in sofferenza e/o a rischio di dissoluzione, a seguito delle restrizioni imposte dalla pandemia, non hanno preso minimamente in considerazione la formazione nella fallace prospettiva che ci si riferisca al mondo dell’education al pari del sistema scolastico ed universitario. Sarebbe, invece, lecito e legittimo considerare la funzione di sviluppo e potenziamento delle competenze professionali come un comparto organico e sinergico del sistema produttivo nella sua complessità.
Il tema della formazione continua e professionale sta vivendo una sorta di sdoppiamento schizofrenico: per un verso s’invoca la necessità e l’urgenza di realizzare una rivoluzione copernicana per riposizionare i profili delle competenze del mercato del lavoro, per l’altro mancano i programmi, le proposte e gli interventi concreti per dare corso alla mission assegnata al sistema degli attori che per tale rivoluzione non possono essere ignorati.
Puntare sulla formazione per la ripresa del Paese
Le raccomandazioni dell’OCSE nel rapporto “Adult learning in Italy: what role for Training Funds”, (Alessia Forte, 2019) hanno sottolineato le carenze nel campo delle qualificazioni professionali della forza lavoro e rimarcato come il sistema formativo – aziende, fondi interprofessionali, istituzioni dedicate – abbia prodotto dal 2007 al 2016 un incremento degli accessi alla formazione del 130%, molto di più che in altri paesi OCSE.
È indubbiamente merito del sistema che promuove e gestisce gli interventi formativi – del quale Federformazione è parte significativa – se oggi possiamo far leva su un approccio costruttivo al tema della qualificazione delle competenze dei dipendenti delle imprese (cfr. OCSE 2019; UE).
Il Ministero dell’Economia in questi giorni è al lavoro sul nuovo Decreto Ristori 3 per fronteggiare la nuova ondata di “sofferenza” delle imprese e del sistema produttivo nazionale, sarebbe auspicabile che le istanze del settore della Formazione Continua e Professionale trovino nel documento una risposta adeguata.
Federformazione richiama l’attenzione del Governo e delle forze politiche nel considerare la formazione un’opportunità sia in questa fase di emergenza pandemica sia in un più ampio progetto di riattivazione e riposizionamento dei processi di sviluppo che tenga conto del ruolo strategico del potenziamento delle competenze. A nostro avviso, un tassello imprescindibile sul quale fare affidamento per vincere la scommessa di un futuro sempre più prossimo.