a cura di Greta Gironi |
Fass, il Fondo di assistenza integrativa nato da sistema impresa e Confsal, ha ottenuto il via libera dal ministero della salute per iscriversi all’anagrafe dei Fondi sanitari.
Il Fondo Fass opera prevalentemente nel settore terziario anche se l’adesione è aperta alle aziende di ogni dimensione e specializzazione produttiva. In due anni ha raggiunto tutti gli obiettivi richiesti dal progetto originario di una start-up che punta a coinvolgere 20mila lavoratori in tre anni. All’Anagrafe possono avere accesso i fondi sanitari integrativi del servizio sanitario nazionale o gli enti, le casse e le società di mutuo soccorso aventi esclusivamente fine assistenziale. Ma soprattutto, ed è questo il vantaggio più rilevante per le imprese e i dipendenti, l’iscrizione all’Anagrafe del ministero permette di beneficiare di importanti agevolazioni fiscali da parte delle aziende e dei lavoratori.
Una tappa decisiva, come sottolinea il presidente Vittorio Codeluppi: “L’istruttoria ha avuto un esito positivo e si tratta, oggettivamente, di un punto di approdo indispensabile per il nostro percorso di crescita, che dimostra la solidità del progetto inaugurato e voluto dalle parti sociali, la competenza e l’impegno della nostra struttura, l’efficacia della nostra alleanza con Unisalute. Tutti elementi che ci hanno consentito di costruire un nuovo fondo sanitario integrativo destinato ad affermarsi in un mercato saturo e complesso. Oggi possiamo estendere alle aziende iscritte e ai loro dipendenti i vantaggi contributivi e fiscali autorizzati dalla normativa in vigore”.
Fondo Fass: vantaggi concreti per datori di lavoro e lavoratori
Continua Codeluppi: “Se ci concentriamo sugli aspetti positivi che interessano segnatamente il datore di lavoro, dal punto di vista contributivo, in riferimento al costo dei programmi sanitari, di vita e degli infortuni, il versamento all’Inps si riduce al 10%. Un onere che si qualifica come un contributo di solidarietà e che sostituisce l’aliquota prevista dalla contribuzione ordinaria. Per quanto riguarda l’aspetto fiscale, i costi sono deducibili dal reddito d’impresa”.
“Anche per il dipendente”, spiega il presidente del Fondo Fass, “viene prescritto un trattamento di vantaggio. La contribuzione è già stata assolta con il versamento da parte dell’azienda del contributo di solidarietà. Sul piano fiscale i versamenti indirizzati a un fondo sanitario integrativo non concorrono a formare il reddito imponibile fino a 3.615,20 euro. È un regime che viene concesso dal legislatore unicamente per i contributi versati dal datore di lavoro alle casse o agli enti aventi un fine esclusivamente assistenziale”.
Tra gli strumenti offerti dal fondo naturalmente il più importante è il nomenclatore, che definisce tariffe e prestazioni nell’ambito socio-sanitario, e che è stato particolarmente apprezzato per l’ampiezza nell’azione di copertura delle necessità e delle richieste. Grazie alla collaborazione con Unisalute è stato condotto un percorso che ha consentito di elaborare un catalogo estremamente aggiornato, competitivo e valido per tutti i comparti. Il fondo è attivo in tutto il territorio nazionale anche se l’interlocutore privilegiato è il mondo produttivo del Nord-Ovest.
“Il momento è critico per il Paese a causa della pandemia”, conclude Vittorio Codeluppi, “e i nostri servizi contribuiscono a rinsaldare il patto di alleanza tra datori di lavoro e lavoratori ottenendo, su basi concrete, quello spirito di coesione che rappresenta un fattore imprescindibile per superare la fase dell’emergenza”.